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Piccolo Eliseo
18 ottobre - 5 novembre
FERDINANDO
di Annibale Ruccello
con
Donna Clotilde Gea Martire
Gesualda Chiara Baffi
Don Catellino Fulvio Cauteruccio
Ferdinando Francesco Roccasecca
Regia Nadia Baldi
Costumi Carlo Poggioli
Scenografia Luigi Ferrigno
consulenza musicale Marco Betta
aiuto regia Rossella Pugliese
organizzazione Sabrina Codato
Progetto luci Nadia Baldi
Foto in videoproiezione Davide Scognamiglio
Produzione Teatro Segreto srl
Spettacolo di grande impatto emotivo FERDINANDO di Annibale Ruccello, in scena al Piccolo Eliseo fino al 5 novembre. La storia è ambientata nel 1870, in un piccolo paese del vesuviano, ma potrebbe essere anche ambientata ai giorni nostri, tanto il testo non è legato ad un'epoca particolare, solo ad una lettura superficiale potrebbe indurre a pensare che Ruccello voglia, infatti, trattare il mero fatto storico. Certo si parla dell'Unità d'Italia dall'angolazione borbonica, ma non è questo il cuore dello spettacolo, che invece, vuole andare ad indagare l'animo umano, il comportamento umano, in due fasi ben distinte. la prima è quando la routine prende il sopravvento sulle persone, su tutte le loro manifestazioni, quando il ciclo continuo finisce e ricomincia senza mutamenti, e ciò avviene perchè in mancanza di stimoli, tutto si appiattisce,perfino i rapporti rancorosi tra persone, tutto esiste ma e come se fosse sommerso, poi tutto cambia al momento in cui viene introdotta una novità.
La rinascita, la primavera, tutto fiorisce, una nuova linfa scorre nelle vene, non esiste più la stanca ripetizione. "Nessuna nuova, buona nuova" lo stato quo ante spesso salvaguardia i rapporti, li fa rimanere ad uno stato di pericolosità basso, il tumulto rimane sommesso ma presente. lo spettacolo è quasi interamente in lingua napoletana, ma comprensibile, ed è giocato sul dualismo tra una staticità "borbonica" dei personaggi nel primo atto, in cui si intuiscono i rapporti tra di essi ma non ne viene svelata, appieno, la natura, ed un secondo in cui c'è una deflagrazione di veri e propri umori, dalla bile, al sangue seppur in modo metaforico, ma certamente resi in modo assolutamente connotato..la deflagrazione in questo spettacolo è sorella dello svelamento, dello scorrimento, di questi umori che rendono liberi i personaggi. FERDINANDO è uno spettacolo, che riguarda l'intimo umano sviscerato senza pudore Ruccello in quest'opera è stato un vero e proprio indagatore antropologico.
Miriam Comito
Nadia Baldi firma la regia di FERDINANDO, il testo forse più famoso di Annibale Ruccello, andato in scena per la prima volta il 28 febbraio 1986. L’opera ha vinto due premi IDI: uno nel 1985 come testo teatrale, il secondo nel 1986 come miglior messinscena.
Lo spettacolo sarà in scena a Roma al Piccolo Eliseo dal 18 ottobre al 5 novembre.
Donna Clotilde (Gea Martire), baronessa borbonica, si è rifugiata in una villa della zona vesuviana, scegliendo l’isolamento come segno di disprezzo per la nuova cultura piccolo borghese che si va affermando dopo l’unificazione d’Italia. È con lei una cugina povera, Gesualda (Chiara Baffi), che svolge l’ambiguo ruolo di infermiera/carceriera. I giorni trascorrono uguali, tra pasticche, acque termali, farmaci vari e colloqui con il parroco del paese, Don Catellino (Fulvio Cauteruccio), un prete coinvolto in intrallazzi politici. Nulla sembra poter cambiare il corso degli eventi, finché non arriva Ferdinando (Francesco Roccasecca), un giovane nipote di Donna Clotilde, dalla bellezza “morbosa e strisciante”. Sarà lui a gettare lo scompiglio nella casa, a mettere a nudo contraddizioni, a disseppellire scomode verità e a spingere un intreccio apparentemente immutabile verso un inarrestabile degrado.
“FERDINANDO contiene notevoli elementi espressivi per una realizzazione teatrale delle emozioni umane specchiandosi nella tagliente forza di una storia che attraverso il teatro ruoti intorno al disvelamento di una serie di segreti. FERDINANDO si concentra su quello che è forse il più insondabile mistero: la mente umana. Nasce così in me l’esigenza di indagare il possibile e impossibile mondo creativo che le donne sanno attuare quando i freni inibitori e culturali non hanno più il loro potere censurante. Tutti i personaggi in una prima fase si presenteranno nel loro quotidiano per poi disvelare geniali strategie e stupefacenti mondi interiori.
Lo spettacolo si incentrerà su un’indagine minuziosa, sul cogliere le sottigliezze dei gesti, degli sguardi, dei corpi in agguato.
Racconterà la singolare dinamica attraverso la quale gli oggetti divengono padroni dei luoghi, mentre le fantasie interiori dei personaggi diventano padroni della loro esistenza fino a spingerla verso una dimensione surreale, comica, drammatica e imprevedibile: esiste sempre una connessione tra noi e i luoghi, tra noi e gli oggetti, tra noi e la memoria.
Le follie e gli incroci amorosi contenuti nella trama emergeranno come elementi contemporanei e modernissimi che da sempre regolano la potenza dei sogni e degli affetti presenti nella storia dell’umanità. FERDINANDO mette in luce le connessioni esistenziali fra dramma e malinconia, comicità e solitudine, sottolineando tali contrasti attraverso un uso di una messinscena che mira a svelare gli opposti sentimentali disseminati in tutte le esistenze.”
yuh
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