GIORGIO TIRABASSI
in
COATTO UNICO SENZA INTERVALLO
di GIORGIO TIRABASSI
scritto con Daniela Costantini , Stefano Santarelli,
Loredana Scaramella e Mattia Torre
con
DANIELE ERCOLI contrabasso
GIOVANNI LO CASCIO percussioni
light designer CARLO CERRI
direttore di scena FREDDY PROIETT
regia di GIORGIO TIRABASSI
DAL 19 GENNAIO al 7 FEBBRAIO 2016
Un attore davvero completo Giorgio Tirabassi che in questo spettacolo si produce in una girandola di personaggi tutti diversi tra loro ma con un comune denominatore: l'essere coatti, nel senso costretti da qualcosa di esterno a loro di cui metafora potrebbe essere il raccordo anulare, cintura racchiudente la città di Roma, le cui uscite sono tempestate da quelle borgate che tanto peso hanno avuto e hanno tuttora nella formazione del coatto, che non sempre nasce di per se coatto, ma a volte come facendo riferimento all'etimologia del termine ci diventa perchè viene costretto in aree denominate borgate di fondazione, per distinguerle da quelle spontanee sorte dall'autonoma costruzione di casupole in periferia da parte di persone senza dimora, là dove quelle di fondazione sono state programmate dallo stato per "accogliere" tutta quella popolazione romana che viveva nel centro storico nei punti in cui sono stati fatti tra la fine dell'Ottocento e i primi trenta anni del Novecento i grandi sventramenti che hanno dato vita a Via nazionale a Corso Vittorio Emanuele a Via della Conciliazione, a Via Cavour etc, tutte queste persone sono state appunto "accolte" in modo coatto al Quarticciolo a Prima Valle a Centocelle etc.
L'essere coatti quindi nasce da un' iniziale "sollecitazione" esterna a cui non si può fare resistenza, per poi insinuarsi talmente a fondo nelle persone da andare a costituire all'interno di esse una cosa oramai endogena difficilmente sradicabile. ed è proprio questo concetto di base che viene espresso nello spettacolo di Tirabassi, costituito da parole e musica. Credo che l'idea di portare questo spettacolo al di fuori della circuitazione di spazi periferici sia vincente perchè permette di portare all'attenzione la questione anche a chi non la conosce a fondo, tramite un media come quello teatrale.
Miriam Comito
Nato ormai quindici anni fa, con il titolo di COATTO UNICO, lo spettacolo, per una precisa scelta, era stato concepito per essere rappresentato solo in spazi appositamente allestiti nelle varie periferie romane e nel carcere di Rebibbia dove, per l’occasione, fu realizzata una versione in home-video distribuita da “L’Espresso”.
Nel 2006 con il nuovo titolo COATTO UNICO SENZA INTERVALLO e, dopo essere stato arricchito di nuovi "ritratti umani" ha varcato i confini cittadini e per cinque anni ha riscosso grandi successi di critica e di pubblico.
Il percorso è relativamente inverso ai personaggi vecchi e nuovi rappresentati sul palco, i quali "coatti" nell'originale accezione di "costretti", trascorrono tutta la vita nello stesso quartiere, con gli stessi amici e nello stesso bar di sempre, dove fanno le stesse battute e ridono delle stesse cose, eterni come la città di cui sono parte integrante, al pari del Colosseo e di San Pietro.
E anche Giorgio Tirabassi, che dello spettacolo è autore ed interprete, nonostante il successo e la grande popolarità raggiunta anche grazie alle fortunate serie televisive Distretto di polizia, Paolo Borsellino, I liceali superiorità a qualcuno, è una constatazione di diversità sociale, economica e culturale, Boris, Benvenuti a tavola e l'ultimo Squadra mobile, non ha mai smesso di essere profondamente “dentro” la sua città e di continuare a scattare istantanee ironiche e spietate di alcuni esempi di varia umanità in cui ciascuno può riconoscersi. Dando, da solo in palcoscenico, vita e voce a molteplici personaggi: da "Arcangelo", truffatore fiscale di quartiere arrogante e strafottente, che vive con più di una pensione e con un parcheggio disabili "autoprodotto" a “Nello” e “Rufetto” due maldestri ed esilaranti rapinatori; dallo "Spacciatore Rap" alle prese con la crisi economica e con un "cliente" in continua penuria monetaria, ai due amici del bar, spettatori e commentatori qualunquisti di una rapina andata male, che tra un luogo comune e l'altro sognano una vacanza alle Seychelles.
Per questo il nuovo titolo di COATTO UNICO SENZA INTERVALLO. Perché pur presentando storie e situazioni in gran parte nuove rispetto alla precedente versione, lo spettacolo ha conservato lo stesso spirito e la stessa irresistibile e divertente freschezza degli esordi in una continuità di tempo durata quindici anni. La città è Roma, ma potrebbe essere qualunque grosso centro o cittadina con relativa periferia, con tutto quello che la periferia può ospitare: condomini alla “Orwell”, campi nomadi, discariche, autobus che non passano mai ecc.
COATTO UNICO SENZA INTERVALLO può far sorridere e riflettere il pubblico di qualunque parte d’Italia e di ogni età, con le sue conversazioni rubate in un bar, su un autobus affollato o in un grande magazzino nelle ore di punta, con il disagio urbano narrato attraverso i suoni del blues, dello stornello e del rap, da un cantante di strada come se ne vedono molti nei sotterranei della metropolitana e nelle piazze. Per la circostanza, in questo percorso musicale, che fa da contrappunto a tutto lo spettacolo, Giorgio Tirabassi sarà accompagnato sulla scena da Daniele Ercoli al Contrabasso e Giovanni Lo Cascio alle Percussioni.
COATTO: aggettivo: imposto per forza o per provvedimento di una pubblica autorità.
DOMICILIO COATTO: provvedimento con il quale si tenevano lontani dal loro ambiente abituale gli individui che dimostrassero tendenza a delinquere o a turbare la sicurezza pubblica (dal dizionario Devoto-Oli).
IDEA COATTA in psichiatria : ogni fenomeno di ideazione anormale che il soggetto riconosce come tale ma da cui non sa liberarsi. Nell’uso quotidiano, l’aggettivo si è esteso a chiunque mostri un atteggiamento bullo, invadente, volgare. Detto con Superiorità a qualcuno, è una constatazione di diversità sociale, economica e culturale.
Esce l’8 gennaio “Romantica”, il primo album che vede il celebre attore Giorgio Tirabassi in veste di musicista e interprete. Un viaggio nel tempo alla riscoperta di un patrimonio senza tempo, 14 brani più una bonus track per raccontare la tradizione popolare della canzone romana trasportati in un universo sonoro elegante e ricercato che spazia dal jazz, al manouche, passando per il tango, la bossanova e la milonga. L’album, prodotto da Giuseppe Vadalà per l’etichetta Nuccia, vede la partecipazione straordinaria di Carlotta Proietti ai cori, - oltre che di Moreno Viglioni alle chitarre e Sergio Vitale al flicorno - e vanta agli strumenti una formazione di assoluto rilievo nel mondo del jazz: Luca Chiaraluce (chitarra), Massimo Fedeli (fisarmonica), Daniele Ercoli (contrabasso, bombardino, flauto, voce) e Giovanni Lo Cascio (batteria).
SALA UMBERTO
Via della Mercede, 50 Roma
Tel. 06 6794753
Martedì ore 21, mercoledì ore 17, giovedì e venerdì ore 21, sabato ore 17 e 21 domenica ore 17
Prezzi da 32€ a 23€
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