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venerdì 9 maggio 2014

ALBA

Domenica 25 Maggio h 21:00
FORTE FANFULLA
via Fanfulla da Lodi 5 (Roma)


ALBA

di Maria Teresa Berardelli

con Daniele Natali e Aurora Peres

regia Maria Teresa Berardelli
aiuto regia Camilla Brison

Lui, Lei. Un bar. Il primo incontro, la prima alba. E poi la fine.
Lui, Lei. Un bar, lo stesso bar. S’incontrano, ci riprovano. Poi di nuovo la fine.
Lui, Lei. Una storia. Sono loro a raccontarla. La agiscono e la narrano, dialogando apertamente con il pubblico. Entrano ed escono dalla storia per capirla, accettarla, superarla.
Lui, Lei. Ancora quel bar. La terza alba.
La bellezza di essere lì, insieme. Nient’altro.





INGRESSO 
sottoscrizione di 6 € con tessera ARCI 2014
per chi non avesse ancora la tessera: 

"Promozione Teatro"
13 euro (sottoscrizione + tessera arci)

PRENOTAZIONE CONSIGLIATA
fanfullateatro@gmail.com

Una collaborazione Forte Fanfulla/ Industria Indipendente

sabato 14 dicembre 2013

ORAZIO#2 HOMICIDE HOUSE al TEATRO VALLE OCCUPATO


Immagine in linea 1
 
TEATRO VALLE OCCUPATO
ALTRESISTENZE | ORAZIO
giovedì 19 dicembre duemila13 ore 19.00 aperitivo | ore 19.45 mise en espace
HOMICIDE HOUSE
di Emanuele Aldrovandi
mise en espace di Carlotta Corradi
con Andrea Collavino | Daniele Natali | Aurora Peres | Francesca Rosa
direttore di produzione Laura Riccioli
Foto di Valeria Tomasulo

Giovedì 19 dicembre continua la rassegna “Orazio”, l’appuntamento fisso del Teatro Valle Occupato con la drammaturgia contemporanea, che si apre con un aperitivo, prosegue con una mise en espace di nuovi testi dal mondo e si chiude con un incontro con l’autore.
Inaugurato il 28 novembre con Besame mucho dell’argentino Javier Daulte – testo mai rappresentato in Italia – “Orazio” prosegue giovedì 19 dicembre dalle ore 19 con la mise en espace di Homicide House di Emanuele Aldrovandi, testo vincitore del Premio Tondelli. L’autore, presente alla serata, partecipa al dibattitto che segue la mise en espace diretta da Carlotta Corradi e con Andrea Collavino, Daniele Natali, Aurora Peres e Francesca Rosa, tutti partecipanti di Crisi, il laboratorio di scrittura condotto da più di un anno da Fausto Paravidino al Teatro Valle Occupato. Ed è proprio dall’unione tra il gruppo di Crisi, altri artisti e alcuni occupanti del Teatro Valle Occupato che nasce il progetto Orazio, il cui prossimo evento è previsto il 9 gennaio con un altro inedito. 
Homicide House racconta la storia di un uomo che ha sempre finto di avere più soldi di quelli che ha, fin dal giorno in cui ha conosciuto sua moglie. Ed è sempre riuscito ad andare avanti, mettendo le cose in fila, una dopo l’altra, come sono andati avanti gli uomini per secoli. Un giorno, però, non riesce a saldare un debito col suo usuraio, Camicia a Pois. E la soluzione che quest’ultimo gli propone lo trascina in una vicenda rocambolesca e un po’ pulp, che parla d’amore, di verità, di pigrizia e di falsità.
Emanuele Aldrovandi è nato a Reggio Emilia nel 1985. Dopo la laurea triennale in Filosofia a Parma nel 2007 e la laurea specialistica in Lettere a Bologna nel 2009, si iscrive alla Scuola d'Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano, dove si diploma nel 2012. Collabora con il Centro Teatrale MaMiMò come drammaturgo e insegnante di scrittura e si occupa della sezione teatro per il settimanale Arcipelago Milano. Ha ricevuto vari riconoscimenti fra cui il Premio Pirandello 2012, la Segnalazione al Premio Hystrio 2012 e il Premio Tondelli 2013.

Motivazione giuria del premio Tondelli per Homicide House di Emanuele Aldrovandi
“Sinistra e infantile parabola sugli incerti confini tra il vero e il falso, testo introspettivo dal piglio ironico-favolistico (favole macabre senza lieto fine, per intendersi), Homicide House è un coraggioso tentativo di scrittura drammaturgica verticale, in grado di farsi carico di una matrice teoretica/concettuale che mette in atto una morbida elusione del tragico.
Se il dilemma attorno cui ruota il dipanarsi della storia appartiene di diritto alla normalità prosaica (in sintesi, si può mentire a fin di bene o, al limite, nel nome del male minore?), i personaggi dimostrano di essere istanze filosofiche, portatori di una determinata poetica del pensiero, prima ancora che entità finzionali: non è un caso se Uomo, che nasconde alla donna amata il vizio di indebitarsi per il puro piacere di farlo, dovrà condurre i suoi equivoci commerci con loschi figuri quali Camicia a pois e Tacchi a spillo, riuscendo a salvare la pelle senza alcuno sforzo pratico ma con un puntuale esercizio della parola. La Casa degli omicidi è un meccanismo di sevizie psicologiche che ferisce e uccide con il ragionamento piuttosto che con le sole armi di tortura. Un’idea originale alla base della scrittura e un linguaggio disinvolto e agile nell'alternare isolati e funzionali monologhi a fulminanti e accesi dialoghi fanno del testo un riuscito e promettente esperimento.”

sabato 25 febbraio 2012

CI SONO TANTI MODI PER MORIRE: due tentativi

TEATRI SBAGLIATI

presenta

CI SONO TANTI MODI PER MORIRE: due tentativi
testi e regia di Antonio Ianniello

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con Azzurra Antonacci, Azzurra Fiume, Jacopo Bicocchi, Luigi Di Pietro, Antonio Ianniello, Daniele Natali, Giuseppe Sangiorgi
assistente alla regia Daniele Paoloni
organizzazione Domenico Coduto
MILANO - CRT/SALONE - via Ulisse Dini, 7
dal 28 febbraio al 2 marzo
mar/giov ore 21.00 - ven ore 21.30 
Primo Tentativo DEVI ESSERE FORTE
Tre fratelli si reincontrano per la morte del padre.
Elisabetta nel prologo iniziale dice “oggi è morto nostro padre e tra qualche giorno morirò anche io”
Durante la notte prima del funerale racconterà una storia ai suoi fratelli ma nessuno le crederà.
Secondo tentativo ANCORA OGGI
Estate.
Un acquazzone all’improvviso.
Tre ragazzi ed una ragazza aspettano chiusi qui nel bar: sono Luigi, il figlio del proprietario, Carmine il figlio di quello che vende i condizionatori e Salvatore lo scemo che crede di poter fare le magie con le mani; lei è la Miss: Miss Lido Miramare.
È estate ma questo sarà un lungo giorno pieno di pioggia. 
NOTE DI REGIA
Due storie di morte. Due tentativi per raccontarla.
La morte che più  mi spaventa è quella che noi chiamiamo a volte vita; quella che arriva alla fine, la morte come noi la descriviamo, naturale o violenta che sia non ci troverà ed allora mi spaventa un po’ di meno. Pare essere quella la condizione della morte, lei arriva e noi non ci siamo. Chissà.
Noi qui facciamo un gioco. Anzi due.
Il gioco qui per chi guarda, per gli spettatori, è scoprire qual è la morte più autentica, quella che fa più paura, quella che, diciamolo, ci fa proprio schifo. Il premio consiste nell’uscire da teatro con nella testa questo pensiero “essere vivi alla fine non è poi così male”. E il premio lo condividiamo, noi che lo facciamo e voi che lo guardate questo gioco lungo lungo che è il teatro.
E poi al di là  di tutti questi tentativi e nomi e cartelli come dice Deridda noi pensiamo che si debba scrivere ciò che non si può dire, e la morte in qualsiasi forma ci si presenti e di qualsiasi genere si tratti per noi è sempre indicibile.
contatti
Domenico Coduto mobile - 339.8662760 mail - domenico.coduto@gmail.com