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mercoledì 5 marzo 2014

Max Paiella con INDAGINE DI UN MUSICISTA AL DI SOPRA DI OGNI SOSPETTO al Teatro Vittoria dal 4 marzo

 
LSD Edizioni Presenta

INDAGINE DI UN MUSICISTA AL DI SOPRA DI OGNI SOSPETTO
di e con Max Paiella

  In "indagine di un musicista al di sopra di ogni sospetto" Max Paiella, novello Ulisse, ci porta attraverso la metafora del viaggio di conoscenza, a percorrere un cammino che  in parallello solca i binari della nostra più recente storia  politica e musicale. Lo fa con brio e intelligenza, mettendo in luce come da innovative tendenze musicali straniere scaturiscano nel nostro paese fenomeni tutti italiani, per fare alcuni esempi,  come  a Demetrios  Stratos, si siano ispirati Piero Pelù e Francesco Sarcina, o come Giusy  Ferreri sia una derivazione tutta nostra della compianta  Amy  Winehouse, solo per citarne alcuni. Eppur non è stato sempre così,  la nostra è anche  e soprattutto la terra di Giuseppe Verdi, ma la domanda  che si pone,  e ci pone  Paiella è come è la  nostra politica. Chiara intellegibile ben composta come una sinfonia di  Verdi, o ispirata a quella di altri paesi, ma all'italiana, ben espressa dall'artista con  la gag "Non je a  faccio"?
Un bel mix di musica e prosa che fa divertire riflettendo, mirabolanti i duetti Marino- Alemanno  e Renzi- Berlusconi.
Miriam Comito

Un viaggio nella musica per arrivare a capire meglio, come suona effettivamente l'Italia? i nostri costumi e la nostra politica, sono una paragonabili a sinfonia di verdi, o una canzone di Jovanotti?”.

Max Paiella, comico, imitatore, cantante e musicista, approda per la prima volta al Vittoria con uno one man show, uno spettacolo fatto di parole e musica e, soprattutto, di risate.

Paiella, noto al grande pubblico per la sua decennale partecipazione alla trasmissione radiofonica “Il ruggito del coniglio” in cui propone diversi personaggi comici, negli ultimi anni ha partecipato a numerose trasmissioni televisive su Mediaset (Maurizio Costanzo Show, Zelig) sulla Rai (Per un pugno di libri, Tintoria, Parla con me, Gazebo) sia su La 7 (The show must go off) affermandosi come imitatore sui generis proponendo personaggi molto apprezzati dal pubblico tra cui Augusto Minzolini, Alfonso Signorini, Maurizio Belpietro (nelle foto piccole), Fabrizio Cicchitto, Gigi D’Alessio, Enrico Letta, Niky Vendola, Barack Obama, Matteo Renzi il sindaco entrante Ignazio Marino e il sindaco uscente di Roma Gianni Alemanno.

Artista poliedrico, affianca alla carriera televisiva e teatrale quella di cantante con Renzo Arbore e i Swing Maniacs, The Rabbits: (Alfredo Agli, Francesco Redig De Campos, Attilio Di Giovanni) al Ruggito del coniglio , il gruppo che lo accompagna in questo spettacolo e i Jolly Rockers, accanto a Claudio Gregori, il Greg della coppia Lillo&Greg.

Quando parla un segretario di partito o mentre ascoltiamo l’enunciazione di un programma di governo, sembra di sentire un brano di free jazz. Viene da dire:- Che bravi!:- ma nessuno capisce che musica sia. Oppure durante una campagna elettorale assistiamo a discorsi simili a stornelli in dialetto dove ci sembra di capire tutto, ma la realtà della politica è assai diversa. Attraverso la musica possiamo affrontare tematiche misteriose nonché importanti interrogativi, Battiato ci confidava che presto sarebbe ritornata l'era del cinghiale bianco... e ci ha spiegato quali sono i desideri mitici di prostitute libiche...Se comprendiamo Battiato, possiamo arrivare a capire il significato dello spread, del rating e del default, in mezzo a voti di protesta, banche sbragate, tagli, consultazioni, formazioni di nuovo governo, aspiranti premier, e faccendieri in fuga alle Cayman.

Bennato diceva: Sono solo canzonette!
Ma sono proprio quelle canzonette che subiamo dalla mattina alla sera a confonderci. Attenzione quindi... potremmo ritrovarci un giorno a comunicare con le frasi delle canzonette che ascoltiamo con distrazione, o a cantare l'inno di un partito perché ci hanno messo dentro parole familiari... o, peggio ancora, a votare un governo fatto da cantanti!”.

dal 4 al 16 marzo 2014
TEATRO VITTORIA di Roma
Piazza Santa Maria Liberatrice, 10 00153 Roma


giovedì 20 ottobre 2011

Paolo Rossi Il mistero buffo nella versione pop 2.0 (recensione)

In scena al Teatro Vittoria dal 18 ottobre al 13 novembre 2011 "Il mistero buffo-nella versione pop 2.0", spettacolo che  torna in teatro a grande richiesta, con nuovi e attuali inserti, e che vede al timone uno scatenato Paolo Rossi nelle vesti di un frate francescano, di un contadino a cui è stata tolta la terra dal padrone, di un attore del teatro di improvvisazione impegnato nella sacra rappresentazione della passione.  Il tentativo ben riuscito dell'attore lombardo è quello di raccontare i nostri tempi, partendo da una matrice di fondo che è quella delle radici fortemente popolari del nostro teatro basate sull'improvvisazione e facendo aderire il tutto alle vicende del profugo più famoso del mondo Gesù Cristo. Paolo Rossi sfonda la quarta parete a favore di un teatro per e con il pubblico, e lo fa con la sua prorompente energia, coadiuvato e sotenuto da Emanuele Dell' Aquila che ha curato le musiche e le esegue ogni sera dal vivo e dalla presenza di Lucia Vasini, impegnata in uno straziante monologo che la Madonna fa sotto la croce rivolgendosi all'arcangelo Gabriele da cui si sente tradita. Uno spettacolo in cui l'emergia trapela vivida.
Miriam Comito
IL MISTERO BUFFO VERSIONE POP 2.0
di e con PAOLO ROSSI
Regia
Carolina Della Calle Casanova
musiche composte ed eseguite dal vivo da Emanuele Dell'Aquila
Con la partecipazione straordinaria di Lucia Vasini
Teatro Vittoria dal 18 ottobre al 13 novembre 2011
P.zza S. Maria Liberatrice 10 Roma

mercoledì 12 ottobre 2011

Paolo Rossi al Teatro Vittoria con "Il mistero buffo"

Paolo Rossi
in
IL MISTERO BUFFO
nella versione pop 2.0
dal 18 ottobre al 13 novembre 2011

regia Carolina De La Calle Casanova
musiche composte ed eseguite dal vivo da Emanuele Dell’Aquila
con la partecipazione straordinaria di Lucia Vasini
produzione La Corte Ospitale
in collaborazione con Fondazione Giorgio Gaber

Se Gesù Cristo tornasse oggi chi sarebbe? Cosa potrebbe fare? Saremmo in grado di riconoscerlo e seguire la sua rivoluzione, i suoi dogmi, i suoi miracoli?
Clandestino allora come tanti oggi nel nostro paese fu accolto, ammirato, perseguitato e poi giustiziato. Un Gesù raccontato da un giullare, da Giuda, da Maria e dal popolo. Oggi, per paradosso, ognuno di noi è un povero cristo, ognuno di noi è “in fila alla biglietteria del cinema Italia”.

Il Mistero Buffo nella versione pop di Paolo Rossi è un omaggio al maestro Dario Fo, ed è anche un’avventura, uno spettacolo che si allontana il più possibile dalla versione originale diventando un contenitore unico, dove i misteri originali e quelli nuovi si uniscono e si miscelano, come accade nel teatro popolare.
Ogni sera diverso, recitato con il pubblico e non per il pubblico, è uno spettacolo ricco di cambi di registro, è un’allegoria che confonde i generi, la finzione con la realtà, i sogni del popolo con la cronaca. Un viaggio corale in cui la musica di Emanuele Dell’Aquila si fa personaggio e drammaturgia, in continua interazione con l’azione scenica.

“I misteri non finisco mai: il maestro Dario Fo non ha finito di raccoglierli e in ogni angolo della strada troviamo nuove storie che diventano parte del nostro mistero e si integrano con l’originale, lo arricchiscono, lo trasformano. Come è successo nel 1969, anche il nostro Mistero Buffo è un’operazione politica: come 40 anni fa, la nostra è ancora un’epoca in cui difendere dei valori significa difendere la sopravvivenza. Ma è anche un’operazione culturale perché vuole recuperare insieme al pubblico le radici profonde del teatro popolare. Abbiamo capito che il teatro, unico animale vivo, non cambierà il mondo ma può cambiare noi e aiutarci a resistere”. Carolina De La Calle Casanova, Paolo Rossi


Ufficio Stampa Teatro Vittoria: Deborah Turcato –

venerdì 3 giugno 2011

IL CLOWN DAL CUORE INFRANTO(RECENSIONE)

In scena al Teatro Vittoria dal 2 al 4 giugno 2011, nell'ambito della Rassegna SALVIAMO I TALENTI- premio Attilio Corsini lo spettacolo "IL CLOWN DAL CUORE INFRANTO" va a toccare le corde più profonde di un uomo costretto dalla società e dalle sue leggi alla solitudine e all'isolamento carcerario, isolamento che lo priva della libertà ma non del pensiero, fu infatti nel carcere di Reading, in cui era stato rinchiuso con l'accusa di sodomia che Oscar Wilde scrisse il "De profundis", Wilde scriveva "Siamo i buffoni del dolore, siamo i clown dal cuore infranto", si perché l'ironia si sa è l'arma più efficace contro qualsiasi tipo di disgrazia. L'intenzione del regista Simone Toni che ha curato anche l'adattamento è quella di porre in evidenza, in un momento come quello attuale, in cui si avverte chiaramente una recrudescenza di omofobia, dovuto anche agli scandali sui preti pedofili, la riflessione sul rapporto tra trasgressione, legge e società.  Oscar Wilde,con tutta probabilità, era innamorato di "Bosie" la sua non era trasgressione, era amore, ma all'epoca la sodomia era ancora considerata reato e l'anima gentile del drammaturgo fu dialniata dall'opinione pubblica.
IL CLOWN DAL CUORE INFRANTO
.Lettera di Oscar Wilde dal carcere di Reading
Adattamento e regia Simone Toni
con: Milutin Dapcevic, Michele Di Giacomo, Gabriele Falsetta, Diana Manea
dal 2 al 4 giugno Teatro Vittoria
P.zza S. Maria Liberatrice 10 Roma
Lo spettacolo è inserito nell'ambito della rassegna teatrale  SALVIAMO I TALENTI- Premio Attilio Corsini Terza edizione
Miriam Comito

domenica 22 maggio 2011

IL CLOWN DAL CUORE INFRANTO-Lettera di Oscar Wilde dal carcere di Reading

TEATRO VITTORIA
Piazza S. Maria Liberatrice, 11. Roma.
Tel. 06-5740170 oppure 06–5740598

IL CLOWN DAL CUORE INFRANTO - Lettera di Oscar Wilde dal carcere di Reading.
...Regia: Simone Toni.
Con: Milutin Dapcevic, Michele Di Giacomo, Gabriele Falsetta, Diana Manea.
Scene e costumi: Alessandra Gabriela Baldoni.
Musiche: Carlo Borsari.
Foto di scena: Andrea Messana.
Produzione Libera Associazione Teatrale "GLI INCAUTI".

Orario spettacoli.
Giovedì 2 giugno ore 21.00
Venerdì 3 giugno ore 17.00 e 21.00
Sabato 4 giugno ore 21.00

Lo spettacolo è inserito all'interno della rassegna "SALVIAMO I TALENTI - Premio Attilio Corsini". Rassegna nata per promuovere progetti teatrali
di grande qualità i cui protagonisti sono giovani registi, attori e autori.
I quattro spettacoli che fanno parte della rassegna saranno valutati da una giuria composta da addetti ai lavori: produttori, registi, direttori di doppiaggio, direttori di teatro… ma soprattutto, perché la rassegna possa raggiungere realmente il suo obiettivo, nella giuria viene coinvolto il pubblico cui è demandato l’importantissimo compito di scegliere il suo Teatro e il Teatro di domani.
lo spettacolo vincitore, prodotto dalla Compagnia Attori & Tecnici, verrà inserito nel cartellone 2011/2012 del Teatro Vittoria.

Note introduttive allo spettacolo:
Scorrendo la vita di Oscar Wilde più che una biografia sembra di avere davanti la materia di un romanzo.
Ed è così che abbiamo cercato di guardare Wilde: come il protagonista di un'opera allucinatoria, poetica e grottesca, un clown ma dal cuore infranto.
Il De Profundis è il materiale che ci ha permesso di raccontarlo.
La lettere è stata scritta da Oscar Wilde nei primi mesi del 1897 nel carcere di Reading a colui che egli ritiene il principale responsabile della tragedia che lo ha colpito: il suo giovane amante Lord Alfred Douglas, detto Bosie e consegnata poi al fedele amico e futuro curatore letterario dell'opera Robert Ross.
Sono queste le tre presenze che animano lo spettacolo.
Bosie: l'amore passionale e distruttivo.
Ross: l'amore fedele e protettivo.
Wilde: amante, amico, artista ma soprattutto uomo in preda dei suoi ricordi e dei suoi dolori.
Tre sono anche i luoghi dello spettacolo: la cella, il tribunale e la mente stessa di Oscar.
Tre spazi fisici e nello stesso tempo mentali in cui le immagini, i personaggi, gli avvenimenti , i rancori, le accuse, le passione che Wilde scrive nella lettera prendono vita come i pensieri e i ricordi prendono vita nella testa di ognuno di noi.
La cella del carcere ospita la sua solitudine, i ricordi dei successi del passtao, delle serate all'insegna dell'arte e della passione e le vicende che lo hanno portato a denunciare il padre di Bosie per calunnia e a finire poi egli stesso sul banco degli imputati.
Nel tribunale si rivive la terza giornata del processo dove Wilde è accusato di omosessualità. Il processo scorre come un incubo allucinatorio e persecutorio, dove l'accusa fa leva sull' immoralità delle sue opere, la difesa proclama la
liberta morale dell'arte e la giuria lentamente si anima come in un incubo, fino all'umiliazione pubblica e alla condanna a 2 anni di lavori
forzati.
Nella terzo spazio, ci troviamo nella mente dI Wilde, oramai distrutta e piena di ricordi privi di vita. Wilde consuma qui il suo martirio come un Cristo sul monte del calvario con i 2 ladroni al suo fianco.
Ragiona con la sua folle lucidità sulla sua condizione e sull'universalità del dolore.
Qui si conculde il viaggio.
Un viaggio verso il profondo e dal profondo (de profundis appunto).
Un viaggio universale, per un'uomo simbolo della discrimazione e della libertà d'espressione