MOISAI 2025 – IV edizione
Nerone: autoritratto con figure
regia e ideazione Fabrizio Arcuri
testo Fabrizio Sinisi
Con Gabriel Montesi e Iaia Forte/Francesca Cutolo
contralto Maurizio Aloisio Rippa
Domus Aurea, Roma | 3 - 19 ottobre 2025
… Sii tu la decima Musa, dieci volte più degna
di quelle antiche nove che i poeti invocano;
e chi supplica il tuo aiuto, possa egli dar vita
a rime immortali che resistano al futuro.
Se la mia povera Musa piace a questa epoca difficile,
mia sia la fatica, ma tua la gloria.
W. Shakespeare, Sonetto XXXVIII, vv. 9-14
Torna a Roma, dal 3 al 19 ottobre 2025, la quarta edizione di Moisai, il progetto che ogni anno porta le arti performative dentro la Domus Aurea, restituendo vita e voce a uno dei luoghi più visionari dell’antichità.
Dopo tre edizioni che hanno visto alternarsi artiste e artisti in dialogo con le Muse e con la Sala Ottagona, il 2025 segna una svolta: per la prima volta la rassegna si concentra in un unico spettacolo site specific, replicato per tre weekend consecutivi (3-4-5, 10-11-12, 17-18-19 ottobre – due repliche al giorno). Una scelta che cambia radicalmente l’esperienza di Moisai e ne definisce un nuovo orizzonte: non più nove serate diverse, ma un’unica creazione teatrale che abita gli spazi della Domus Aurea e li trasforma in scena viva e itinerante.
Il progetto porta la firma di Fabrizio Arcuri, regista che da anni lavora sul confine tra teatro e spazi non convenzionali, e di Fabrizio Sinisi, autore tra le voci più significative della drammaturgia italiana contemporanea. La loro collaborazione dà forma a Nerone: autoritratto con figure, spettacolo concepito appositamente per il sito archeologico e per la sua storia.
Protagonisti saranno Gabriel Montesi e Iaia Forte/Francesca Cutolo (che si alterneranno nel corso delle diverse giornate), affiancati dalla voce di contralto di Maurizio Aloisio Rippa. Accanto a loro, in scena le attrici e gli attori della Stap Brancaccio: Beatrice Buscemi, Chiara Brunetti, Chiara Liotta, Emilio De Rosa, Federica Petti, Flavia Lucangeli, Flavia Tomassini, Francesca Puorto, Leonardo Pocaterra, Ginevra Ceccherini, Margherita Bigazzi, Viola Dini, Leonardo Fantini, Giorgio Munaco, Giuseppe Franchina, Samuele Sabbatini, Matteo Gizzi, Nicolò Nitto e Amedeo Distilo.
Le acrobazie e le danze aeree sono curate dalla compagnia di Claudio e Paolo Ladisa, in collaborazione con la Next Generation Academy, mentre gli interventi coreografici saranno eseguiti dalle danzatrici dell’Accademia Nazionale di Danza. Le musiche dal vivo accompagneranno l’intera esperienza, interpretate dall’Ensamble musicale Santa Maria di Corte, con arpa, flauto e violoncello. Il progetto è prodotto da PAV.
Nerone: autoritratto con figure
Percorso teatralizzato in Domus Aurea
Una guida–attore, Lucio, trasforma la visita alla Domus Aurea in un rito teatrale: un viaggio tra mito e storia, ego e rovina, dove le Muse, Nerone e i poemi antichi riaccendono la “Casa della Luce”. Non è una lezione, ma uno spettacolo: la Domus Aurea diventa scena viva, attraversata da parola, danza, musica, petali che cadono, buio e lampi. Lucio conduce il pubblico dentro un racconto personale che intreccia la memoria di Nerone con l’Iliade e l’Odissea, Baudelaire e la Roma contemporanea. Si ride amaramente, si resta in silenzio, si immagina il lago un tempo al posto del Colosseo, finché alla fine resta una domanda: cosa salva la bellezza quando tutto brucia? Lucio accoglie gli spettatori evocando la Domus Aurea com’era: luce, acqua, colonnati, affreschi. Il registro si ribalta nell’autoironia e nell’invettiva contro un presente che divora i suoi artisti. Poi il racconto diventa autobiografia: la madre, la casa sull’Aventino, le letture all’alba con Ettore e Andromaca, l’adolescenza nelle stanze interrate, il ninfeo di Polifemo e l’Odissea di Argo che riconosce Odisseo. Sullo sfondo compare Tiberio, il “golden boy” fratello rivale: una festa, una canzone, un improvviso crollo. A poco a poco, la vicenda privata di Lucio si intreccia e si confonde con quella di Nerone: il figlio prediletto di una madre ingombrante, il giovane artista incompreso, l’uomo diviso tra arte e potere, destinato a bruciare tutto pur di ricominciare da capo. Come l’imperatore, anche Lucio sogna un incendio che purifichi Roma e la storia, ma lo spettacolo svela l’inganno: l’unica cosa vera è che sua madre è morta, e la colpa è sua. Nel finale, la pioggia richiama l’acqua perduta e la parola torna infanzia: la Domus Aurea, un tempo “Casa della Luce”, rinasce per un istante nello sguardo del pubblico, sospesa tra rovine e futuro.
Moisai: le Muse, Nerone, la Domus Aurea
Il nome del progetto richiama le Muse, figlie di Zeus e Mnemosine, simbolo della memoria e dell’ispirazione artistica. Il ciclo statuario a loro dedicato, realizzato per Nerone, fu rinvenuto negli scavi della Domus Aurea nel 1958 e oggi, dopo il restauro, restituisce al monumento la funzione di padiglione vivo e dinamico che aveva in origine.
L’imperatore Nerone, spesso ricordato solo per l’incendio e la crudeltà, fu anche mecenate, collezionista e artista: amante della poesia, della musica e del teatro, recitava in prima persona e concepì la Domus Aurea come il suo
progetto più visionario. Un palazzo che, dopo l’incendio del 64 d.C., univa architettura, giardini e artifici scenici per stupire gli ospiti con effetti di luce e spazi inediti.
Ancora oggi il Padiglione del Colle Oppio, con le sue 150 stanze, testimonia la grandezza di quel disegno: un’architettura che manipolava luce e spazio per creare meraviglia, e che oggi diventa lo scenario di un’opera teatrale che ne interroga il senso e la memoria.
Gli spettacoli si svolgeranno in doppia replica: il venerdì alle ore 16.30 e 17.30, il sabato e la domenica alle ore 16.30 e 17.30. Il condurrà progressivamente il pubblico dall’ingresso del settore occidentale percorso di visita (Galleria XXIV), all’interno della Domus Aurea, fino agli spazi che diventeranno scena dello spettacolo.
Note di Fabrizio Arcuri
Il testo di Sinisi mette in scena una guida immaginaria, sospesa tra realtà e invenzione, in una forma di autofiction che si sovrappone alla vita di Nerone: un gioco di specchi in cui passato e presente, finzione e memoria, si confondono e si illuminano a vicenda. Penso che per lo spettatore/visitatore, aggirarsi nella Domus Aurea sarà un’esperienza straordinaria, capace di intrecciare il fascino della storia con la potenza del racconto.
Note di Fabrizio Sinisi
A chi la visita oggi, la Domus Aurea appare come un grande animale sotterraneo, un edificio-piovra al cui centro si sente ancora pulsare, come una lontana radiazione, la straordinaria energia del suo fondatore. Nerone fece costruire questo edificio come un immenso teatro intorno alla sua persona, un luogo dove l’imperatore mostrava la sua grandezza e la sua magnificenza in una sorta di perpetua esibizione. Oggi, dopo che il tempo ha provato a seppellire sia l’edificio che la memoria del suo ideatore, più che mai la Domus Aurea rappresenta una metafora dell’inconscio dell’uomo moderno: un teatro di potenze e segreti splendori, scivolato sotto la superficie della terra, riscoperto solo per accidenti e improvvisi bagliori, di cui ci resta solo una nostalgia, un ricordo, un sogno di grandezze perdute. Il testo di Nerone parte proprio da questa idea: un uomo d’oggi, gravato da tutte le contraddizioni, i problemi, le frustrazioni e le nevrosi del presente, sogna di tornare ad abitare la Domus Aurea. E come? Riportandola, oggi, alla sua antica e primaria funzione: quella di un grande, misterioso Teatro dell’Io.
COLOPHON MOISAI 2025
Capo Dipartimento per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale
Alfonsina Russo
Direttore del Parco archeologico del Colosseo
Simone Quilici
Progetto a cura del Parco archeologico del Colosseo
Francesca Guarneri, Stefano Borghini, Daniele Fortuna
Staff della Domus Aurea
Francesca Guarneri, Stefano Borghini, Sara Iovine, Lucia Marsicano
Personale di vigilanza della Domus Aurea
Martina Beneduce, Ilaria Capolupo, Cecilia De Leone, Luca Di Gregorio, Maria Cristina Gemma, Camilla Mastroianni, Mario Mecucci, Luca Petrucci, Albertino Salatino, Chiara Sardu
Promozione e comunicazione - PArCo
Federica Rinaldi, Astrid D’Eredità, Carlo Zasio
Servizio Valorizzazione - PArCo
Daniele Fortuna
Grafica
Daniela Petrucci, Eugenia De Francesco, Stefano Borghini
Titolo
Nerone: autoritratto con figure
Date Ottobre 2025:
3-4-5
10-11-12
17-18-19
Regia e ideazione
Fabrizio Arcuri
Testo
Fabrizio Sinisi
Con
Gabriel Montesi
e
nel ruolo della madre
Iaia Forte (3, 10, 11, 12, ottobre)
Francesca Cutolo (4, 5, 17, e 18 19 ottobre)
Contralto
Maurizio Aloisio Rippa
Con la Partecipazione degli Attori e Attrici della Stap Brancaccio
Beatrice Buscemi
Chiara Brunetti
Chiara Liotta
Emilio De Rosa
Federica Petti
Flavia Lucangeli
Flavia Tomassini
Francesca Puorto
Leonardo Pocaterra
Ginevra Ceccherini
Margherita Bigazzi
Viola Dini
Leonardo Fantini
Giorgio Munaco
Giuseppe Franchina
Samuele Sabbatini
Matteo Gizzi
Nicolò Nitto
Amedeo Distilo
Con la partecipazione della
Compagnia di Danza e Circo Contemporaneo Claudio e Paolo Ladisa
Interventi coreografici eseguiti dalle danzatrici dell’Accademia Nazionale di Danza
e con le danzatrici
Greta Celegon e Sara Parisi
Musiche eseguite dal vivo da
Ensemble musicale Santa Maria di Corte
Arpa, flauto, violoncello
Assistenti alla regia
Francesco Meloni
Matteo Finamore
Musiche e Ambientazione sonora
Angelo Elle
Voci del percorso sonoro
Stefano Borghini
Luigi Caiafa
Francesca Gentile
Clemente Pernarella
Stefano Poeta
Cristina Sangiorgio
Ales S.p.A.
Alessia Caruso
Valentina Colangeli
Ferruccio Santorino
Lucia Vangelista
Disegno Luci e Progettazione allestimento
Walter Pizzi
Costumi
Marta Montevecchi
Fonici
Paolo Albisinni
William Kilpatrick
Tecnici luce
Stefano Di Pietro
Marco Polito
Allestimento
RED Studio
La traduzione del testo è di
Margherita Laera
Un progetto prodotto da
PAV
Ufficio produzione
Roberta Scaglione
Claudia Di Giacomo
Laura Marano
Organizzazione
Elena Campanile
Verdiana Costanzo
Beatrice D’Agnese
Valentina De Simone
Alice Grombone
Ufficio stampa dedicato all’evento
Maya Amenduni
Nerone, l’Arte, l’Architettura
“… Le più famose opere d’arte ora da me riferite furono dedicate in Roma dall’imperatore Vespasiano nel Tempio della Pace e negli altri suoi edifici; ma erano state già prima trasportate a Roma in seguito ai brutali saccheggi di Nerone e disposte nei saloni della Domus Aurea” (Plinio, Storia Naturale, XXXIV, 84).
Le fonti antiche raccontano dell’amore di Nerone per le arti figurative, del suo ruolo di committente e mecenate, della forte dedizione al collezionismo di capolavori dell’arte greca. Raccontano di una passione dovuta anche alla sua formazione, che ha affiancato le arti liberali alle attività manuali dei pittori e degli scultori, restituendo il modello di un principe-artista che cerca di affermare uno stile di vita e un modo di governare basato sulle arti e sull’otium.
Nerone è un imperatore colto e anticonformista; un cultore delle lettere, appassionato di poesia, musica e teatro (recita anche in prima persona). Una figura poliedrica e visionaria che ben si riflette nel suo progetto più suggestivo, la Domus Aurea, costruita dopo l’incendio del 64 d.C. e organizzata come una gigantesca villa suburbana nel cuore della città con una serie di edifici, padiglioni, portici immersi in un paesaggio di giardini, boschi e pascoli.
Della Domus Aurea rimane oggi solo il Padiglione del Colle Oppio a testimoniare, attraverso le 150 stanze conservate, la grandezza e magnificenza di un progetto che è frutto dell’ingegno degli architetti Severus e Celer, descritti nelle fonti come magistri et machinatores, quindi ingegneri, creatori di macchinazioni (potremmo dire di effetti speciali), ma anche maestri, capaci di manipolare l’architettura e condurla fino ad esiti allora sconosciuti, creando con l’artificio “quanto la natura aveva negato” (Tacito, Annali, XV, 42).
Attraverso l’uso di espedienti architettonici innovativi, lo spazio viene infatti dominato e modellato dalla luce e al suo interno le opere d’arte acquistano un nuovo respiro, diventando protagoniste di quel gioco scenico ed estetico che l’imperatore crea per meravigliare i suoi ospiti.
Le Muse dell’Imperatore
Le statue delle Muse sono state ritrovate, in frammenti, durante gli scavi del 1958 nel settore del Ninfeo di Polifemo e sono state di recente nuovamente esposte, dopo l’ultimo restauro, all’interno della Domus Aurea, restituendo al complesso monumentale la funzione di padiglione “dinamico” che aveva in passato, per passeggiare al suo interno godendo della spazialità dell’edificio e delle opere d’arte in esso esposte.
Del gruppo originario, che probabilmente riuniva tutte le nove figlie di Zeus e di Mnemosine (la Memoria), ci rimangono la scultura di Tersicore, Musa della Lirica corale e della Danza, e di Talia, Musa della Commedia. È sopravvissuta anche Erato, Musa della Poesia amorosa, ma per il suo stato estremamente frammentario non è stata esposta al pubblico.
Tersicore è rappresentata seduta su una roccia e nella sinistra sostiene una lira, simbolo della propria arte. La testa è scarsamente conservata. È perduto il viso, mentre rimane la parte posteriore che permette di leggere la pettinatura con i capelli divisi in due bande, raccolti sulla nuca.
Talia doveva essere anch’essa seduta, indossa una sottile tunica, su cui è sistemato il chitone fissato sulle spalle e il mantello, che ricade sul braccio in una cascata di pieghe. Manca la testa e sono perduti anche il braccio destro e la maschera teatrale ridente che stringeva nella mano.
I corpi stanti e frammentari, privi dei volti, sembrano oggi interpretare un’inquietudine moderna ammantata di una bellezza antica. La resa raffinata dei panneggi e delle vesti, la cura dei dettagli e l’equilibrio compositivo inciso nel marmo pentelico, richiamano modelli della scuola di Prassitele, evidentemente ben noti alla bottega di scultori assunta per soddisfare il raffinato gusto estetico di un imperatore come Nerone. I corpi lacunosi delle Muse, i loro sguardi assenti e negati dai segni del tempo, paiono offrire uno sguardo rinnovato alla universalità e acronia dell’arte tutta, sfidandoci a cercare nuove voci contemporanee nella bellezza nascosta tra le pieghe degli antichi panneggi.
DOMUS AUREA
Via della Domus Aurea, 00184 Roma RM
BIGLIETTO INTERO:
€ 18,00
BIGLIETTO RIDOTTO DI LEGGE:
€ 2,00
Per i cittadini europei tra i 18 e i 25 anni non compiuti
BIGLIETTO GRATUITO:
Ingresso gratuito per tutte le fattispecie di legge consultabili al seguente link
https://cultura.gov.it/agevolazioni
SCHEDA EVENTO
Moisai 2025
Date: 3-4-5, 10-11-12, 17-18-19 ottobre
Biglietti e modalità di visita
Il percorso dello spettacolo condurrà progressivamente il pubblico dall’ingresso del settore occidentale (Galleria XXIV) fino alla Sala Ottagona.
Gli spettacoli si terranno:
Venerdì: doppia replica ore 17.00 e 18.00
Sabato e Domenica: doppia replica ore 16.30 e 17.30
Acquisto del biglietto esclusivamente online sul sito
https://ticketing.colosseo.it/eventi/moisai-voci-contemporanee-in-domus-aurea/
Consigliato dai 12 anni.
All'interno della Domus Aurea la temperatura è di circa 10 gradi.
Si consigliano abbigliamento adeguato e scarpe comode.
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PArCo - Ufficio per le relazioni con la Stampa
Federica Rinaldi | Astrid D’Eredità
+ 39 06 699 84 443
pa-colosseo.ufficiostampa@cultura.gov.it
https://colosseo.it
@parcocolosseo
Ufficio stampa dedicato all’evento
Maya Amenduni
+39 392 8157943
mayaamenduni@gmail.com
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