Voci dal mondo e corpi del reale: mappe del presente nella seconda stagione 2025/2026 del
Nuovo Teatro Ateneo
Dopo una prima stagione che ha segnato il ritorno del Nuovo Teatro Ateneo con una proposta sperimentale, la stagione 2025/2026 si apre con rinnovata forza e identità. Questa è infatti la seconda stagione del Nuovo Teatro Ateneo, la prima sotto la direzione tecnico-artistica di Velia Papa, nome di prestigio e riconosciuto riferimento nel panorama teatrale contemporaneo italiano e internazionale. La sua visione esigente e appassionata, accompagnata dalla pratica quotidiana di didattica e di ricerca dei e delle docenti della Sapienza, conferisce a questa stagione una prospettiva di alto profilo culturale, in linea con la vocazione istituzionale del più grande Ateneo d'Europa.
Il teatro, fin dai suoi albori nell’antica Grecia, è stato luogo di confronto e tensione civile, spazio dove il conflitto sociale e individuale si fa dramma e si svela sotto la luce di una verità che travalica il presente. La stagione del Nuovo Teatro Ateneo si inscrive profondamente in questa tradizione, riprendendo quella “politica” che è l’essere stesso del teatro come pratica di interrogazione, di disvelamento, di dialogo scomodo con il reale.
Quello che si apre sul palcoscenico del Nuovo Teatro Ateneo non è solo un calendario di spettacoli, ma un’arena di idee e di corpi, una geografia complessa dai molteplici significati: dalle rivendicazioni delle identità marginalizzate, alle ferite non cicatrizzate della storia, fino alle inquietudini più intime che ci parlano di giustizia, memoria, responsabilità.
Attraverso il prisma della drammaturgia contemporanea e di linguaggi performativi innovativi, la stagione dialoga con la lezione di Euripide e di Sofocle, con quella forza tragica che smuove le coscienze e squarcia il velo dell’ipocrisia sociale. Il teatro qui diventa “pólis”, spazio di partecipazione attiva, luogo dove le contraddizioni del mondo si fanno corpo, voce, gesto.
In questa cornice si inserisce la compagine internazionale che il Nuovo Teatro Ateneo accoglie con un rigore etico e artistico che si manifesta nel respiro delle storie portate in scena. Dall’Asia all’Europa, dall’America Latina al Nord Africa, ciascuna proposta è un frammento di un discorso più ampio, un’esplorazione delle nostre radici e delle nostre ferite. Così l’opera del collettivo cileno si intreccia con quella della compagnia belga, la danza svizzera trova affinità con la narrazione italiana, e insieme compongono un mosaico di tensioni e speranze.
La riflessione sulla violenza e la memoria, sul rapporto tra individuo e collettività, sulla fragile umanità in tempi di crisi, attraversa la scena come un filo rosso. Non si tratta mai di uno sguardo distante, ma di un’immersione, di un confronto che scuote e stimola, che invita lo spettatore a porsi domande, a farsi testimone.
Ecco allora che gli incontri degli studenti con gli artisti sono parte integrante del progetto culturale del Nuovo Teatro Ateneo, intessuto di didattica e di ricerca. I laboratori, accanto agli spettacoli, assumono il valore di pratica condivisa, di processo di formazione collettiva, un invito a mettere in discussione le proprie certezze e a sperimentare nuovi modi di relazione con l’altro, con il diverso e il molteplice.
Leggere questa stagione come un semplice elenco di titoli sarebbe tradirne la natura più profonda: essa è un percorso che attraversa paesaggi culturali complessi, che si nutre di una consapevolezza storica e civile, che restituisce al teatro la sua funzione originaria di specchio critico e motore di trasformazione sociale.
Il Nuovo Teatro Ateneo si conferma così un presidio di intelligenza e innovazione culturale, un luogo in cui la parola, l’immagine, il corpo si fanno strumenti di un discorso che non si esaurisce nella rappresentazione, ma si apre all’incontro, alla discussione, all’azione. Qui il pubblico non è spettatore passivo, ma parte attiva di un rituale collettivo che rinnova da millenni il senso stesso del teatro.
Questa stagione attraversa mondi, tempi e linguaggi, intrecciando memoria, mito e attualità. Dall’omaggio inaugurale a Bob Wilson, il cartellone si dispiega come un mosaico di voci internazionali e nazionali: la forza arcaica e grottesca di TITANS di Euripides Laskaridis, la ricerca tra letteratura e dittatura del Colectivo Pierre Menard, l’esperienza partecipativa di Ontroerend Goed e Nathan Ellis, fino alla tessitura transculturale di Sunny Kim. Il corpo diventa linguaggio universale con le coreografie di Thomas Hauert, Emio Greco | Pieter C. Scholten, Samaa Wakim e Marco Berrettini, mentre la memoria storica si fa teatro vivo con la Compagnia Hékau, Marco Baliani, Rieckhof / Silva, Anacarsis Ramos e Mudar Alhaggi. L’incontro con le tradizioni più antiche e potenti trova spazio nel Nāṅgīār Kūthu di Kapila Venu e quello con le istituzioni “totali” del nostro tempo nella testimonianza della Compagnia della Fortezza. Una stagione, dunque, che offre al pubblico un percorso unico attraverso il teatro contemporaneo nella sua bellezza più vitale.
Dichiarazioni della Rettrice Antonella Polimeni
“Anche quest’anno il Nuovo Teatro Ateneo apre il sipario – afferma la Rettrice Antonella Polimeni – ampliando il suo cartellone con spettacoli di prosa e danza che vedono il coinvolgimento di giovani talenti nazionali e internazionali che affrontano temi contemporanei, sperimentando nuovi linguaggi e nuove forme artistiche. Il nostro teatro – continua la Rettrice – si conferma ancora una volta uno spazio aperto e vivo, un luogo di incontro tra università e città, dove confrontarsi con il presente, partecipare alla vita culturale e vivere esperienze artistiche uniche che rendono il Nuovo Teatro Ateneo un vero laboratorio di dialogo tra il sapere e la società.”
Dichiarazioni del Direttore del Centro Sapienza Crea-Nuovo Teatro Ateneo Marco Benvenuti
“Dopo una prima stagione sperimentale che ha segnato il ritorno del Nuovo Teatro Ateneo sulla scena romana, proponiamo quest'anno un cartellone ricco di artisti internazionali. Contiamo, in questo modo, di proseguire ed anzi innovare la tradizione teatrale della Sapienza, la cui vocazione è di coniugare didattica, ricerca e sperimentazione e, in tal modo, di presentare agli studenti e, più in generale, al pubblico cittadino uno sguardo originale e culturalmente qualificato sui problemi talvolta drammatici del nostro tempo.”
Dichiarazioni della Direttrice tecnico-artistica del Nuovo Teatro Ateneo Velia Papa
“Assumere la direzione artistica del Nuovo Teatro Ateneo costituisce una grande opportunità, ma anche una grande sfida. Il Teatro ha ospitato, nel suo recente passato, artisti italiani e stranieri di grande valore che hanno scritto la storia del teatro contemporaneo; ho cercato, quindi, di riprendere le fila di quelle stagioni per ristabilire prioritariamente il ruolo internazionale del Nuovo Teatro Ateneo. Il programma, infatti, vuole offrire un’ampia panoramica delle forme e delle fonti di ispirazione del teatro contemporaneo. La complessità della realtà sociale, culturale e politica che stiamo vivendo guarda al teatro come ad una forma di espressione artistica che consente un dialogo comunitario e una preziosa modalità, oggi sempre più rara, di incontro creativo tra le persone. Ecco che emergono nuove forme di teatro partecipativo che inducono gli spettatori/autori ad esperienze di cittadinanza attiva e creativa. Le proposte della compagnia belga Ontroerend Goed con Handle with Care e della britannica Subject Object con Work.txt sono costruite proprio per offrire al pubblico nuovi strumenti di espressione collettiva. Così come Uproar, ideato e condotto dalle artiste peruviane Moyra Silva e Carolina Rieckhof, le quali invitano a riscoprire la forza dirompente e liberatoria delle forme di protesta che attingono alle arti e alle tradizioni popolari. Il teatro esce dunque dai suoi confini e si espande per invadere altri ambienti artistici, come in TITANS, il lavoro multidisciplinare dell’artista greco Euripides Laskaridis. Nuove storie che attingono all’attualità si impongono alla nostra attenzione per richiamare il ruolo sociale del teatro, come nel lavoro di Marco Baliani, fondatore del teatro di narrazione italiano che presenta al Nuovo Teatro Ateneo il suo acclamato Kohlhaas. Il programma presenta, inoltre, forme originali di teatro documentario come La lunga ombra di Alois Brunner del drammaturgo siriano Mudar Alhaggi, che racconta l’ascesa e la successiva sparizione di uno dei più feroci criminali nazisti, e come Aprendan del fuego del Collettivo cileno Pierre Menard, che attinge ai testi di Roberto Bolaño per condurci alla genesi della dittatura cilena. Il dramma palestinese, che sembra non avere fine, ispira Losing It, il lavoro della danzatrice/coreografa Samaa Wakim. Mentre i temi della precarietà del lavoro e della lotta per la sopravvivenza emergono nella storia autobiografica dell’artista messicano Anacarsis Ramos, in palcoscenico insieme alla madre, vera protagonista dello spettacolo Mi madre y el dinero. La lotta per l’indipendenza algerina è raccontata, con le tecniche del teatro di figura, nel lavoro della compagnia franco-algerina Min el Djazaïr, mentre la danza anima le coreografie ironiche e giocose degli svizzeri Thomas Hauert e Marco Berrettini. La rinascita culturale delle First Nations australiane, evocata attraverso le raki – le linee di canto delle comunità aborigene – prende forma nella performance musicale dell’artista coreana Sunny Kim, accompagnata dall’ensemble MuSa Jazz. Il programma delinea un viaggio attraverso le storie, i popoli e i continenti per celebrare la pratica dell’invenzione artistica e la capacità umana di tessere e drammatizzare racconti capaci di reinventare un futuro rispettoso dei diritti, dell’ambiente e di tutte le specie che abitano il pianeta.”
Evento di apertura
📅 8 ottobre 2025
Giorgio Barberio Corsetti dialoga con Aleksandra Jovicevic e Marta Marchetti
OMAGGIO A BOB WILSON
Il Nuovo Teatro Ateneo apre la sua seconda stagione con un omaggio a Bob Wilson, artista che più di ogni altro ha trasformato il teatro in un luogo di visioni e immagini. Una serata inaugurale che diventa dichiarazione d’intenti: celebrare chi ha saputo aprire nuove strade alla scena contemporanea e riaffermare la vocazione del teatro ad essere spazio di ricerca, sperimentazione e sguardo internazionale.
🎭 Programma della stagione teatrale 2025/2026
📅 23 ottobre 2025 - Teatro performativo
Euripides Laskaridis / Compagnia Osmosis (Grecia) - per la prima volta a Roma
TITANS
Ispirato alla mitologia greca, TITANS è una favola assurda e grottesca che utilizza i linguaggi della performance e della danza. Lo spettacolo è interpretato e ideato da Euripides Laskaridis, uno dei più acclamati artisti della nuova scena greca, che ha ottenuto riconoscimenti in tutto il mondo.
Prima degli dèi dell’Olimpo e anche prima del tempo, i Titani governavano l’universo. I Titani sono i primi esseri escogitati dall’immaginazione umana. Perché andare così indietro nel tempo, così in profondità? Per cercare di comprendere perché facciamo ciò che facciamo. In tutte le società si tende a credere e a lottare per concetti ideali che riguardano sia noi che il mondo intorno a noi. Qual è lo iato tra ideale e reale? La fragilità umana? Un umile promemoria sulla nostra mortalità e sui limiti come specie? Oppure un titanico fallimento nello stabilire un ordine etico? Se TITANS è debitore di qualcosa lo è di ogni tentativo fallito – personale oppure collettivo – di incarnare un archetipo privo di difetti: un sé integro, un mondo immacolato.
📅 11 novembre 2025 - Teatro documentario
Colectivo Pierre Menard (Cile) - prima italiana
APRENDAN DEL FUEGO
Liberamente ispirato ai testi di Roberto Bolaño
Regia e regia audiovisiva di Italo Gallardo
Dramaturgia e performance di Tomás Henríquez
Performance di Heidrun Breier
In collaborazione con IILA
Con il sostegno di PAV
Il Collettivo Pierre Menard presenta in Italia la sua ultima creazione, Aprendan del fuego, che coniuga arte contemporanea, ricerca documentaria e memoria storica. Lo spettacolo, presentato in anteprima nel luglio scorso al Centro culturale M100 di Santiago del Cile, rivisita la vita e l’opera di Carlos Lehman, una figura tanto controversa quanto enigmatica: per alcuni, un artista brillante; per altri, un infiltrato della dittatura cilena. Ispirata da archivi inediti, la pièce segue le sue tracce, quale ufficiale dell’Aeronautica militare cilena che riuscì ad infiltrarsi negli ambienti di sinistra prima del colpo di Stato del 1973. Sulla base di documenti, testimonianze e interviste, lo spettacolo ricostruisce la sua storia e i rapporti che lo legavano all’universo letterario di Roberto Bolaño, che lo rese un personaggio dei suoi romanzi La letteratura nazista in America e Stella distante.
Attraverso l’analisi di lettere, fotografie, video e manoscritti, seguiremo le tracce di Lehman attraverso città cilene come Concepción e Santiago, per poi passare per Amburgo e Barcellona. Questo itinerario ci permetterà di descrivere chi fino ad oggi era noto solo come frutto dell'immaginazione letteraria di Bolaño, ma la cui opera, tutt’altro che fittizia, solleva interrogativi sui limiti etici e giuridici della produzione artistica.
Spettacolo in lingua originale con sopratitoli
📅 18 e 19 novembre 2025 - Nuovi formati / Teatro partecipativo
Compagnia Ontroerend Goed (Belgio) - per la prima volta a Roma
HANDLE WITH CARE
In Handle with Care, la compagnia Ontroerend Goed offre il controllo e lo sviluppo dello spettacolo agli spettatori, ma sta agli spettatori stessi dare forma all’esperienza. “Scegli il tuo ruolo: prendi l’iniziativa o osserva mentre gli altri prendono decisioni che indirizzano la performance verso direzioni inaspettate. Gli spettatori insieme riusciranno a creare qualcosa di speciale: un’esperienza condivisa ricca di riflessioni sul tempo, la transitorietà e l'unione. Non preoccupatevi, in Handle with Care non ci sono scelte sbagliate. Ce la puoi fare. Per un’ora, vivrai qualcosa di unico, fugace e irripetibile. Qui. Ora. Insieme. Nessuno ti guarda. Ciò che è tuo, resta tuo. Prenditene cura. E mandaci una cartolina.”
📅 27 novembre 2025 - Lezione concerto
Sunny Kim (Corea/Australia)
RAKI: WEAVING TRANSCULTURAL SONGLINES
Con la partecipazione di MuSa Jazz
In questa lezione concerto la cantante, improvvisatrice e ricercatrice coreano-australiana Sunny Kim presenta brani del progetto Hand to Earth, nato dalla collaborazione con i musicisti Yolngu Daniel e David Wilfred, appartenenti alle First Nations australiane (territori abitati dai popoli originari). Radicato nella tradizione canora manikay del popolo originario Wagilak di Arnhem Land, questo lavoro indaga come le antiche linee di canto (raki, “linea”) possano essere intrecciate con l’improvvisazione contemporanea e la pratica interculturale. Kim riflette sulla propria ricerca riguardante i processi creativi sensibili al trauma e sulle modalità con cui questi approcci plasmano la produzione musicale in contesti multiculturali. Attraverso una tessitura fatta di dialoghi e voci soliste in collaborazione con l’ensemble musicale MuSa Jazz, costituito da docenti, studenti e personale amministrativo della Sapienza, si invita il pubblico a considerare la musica come spazio di ascolto, guarigione e connessione.
📅 18 dicembre 2025 - Nuovi formati / Teatro partecipativo
Nathan Ellis (Regno Unito)
WORK.TXT
Scritto e diretto da Nathan Ellis
Prodotto da Eve Allin
Produttore originale Emily Davis
Musica e suoni di Tom Foskett-Barnes
Drammaturgia di Sam Ward e Ben Kulvichit
Aiuto drammaturgico di Grace Venning e Charlotte Fraser
Work.txt è uno spettacolo per chi odia il proprio capo, per chi è già un capo e, in generale, per tutti quelli che si chiedono cosa stanno facendo della propria vita lavorativa. “Odi il tuo lavoro? Vieni a lavorare per noi.”
Work.txt è una performance sullo stress da lavoro, sul lavoro inutile, sul lavoro flessibile e precario. “Non ci sono attori. I dipendenti sono assenti. Tu, lo spettatore, devi sostituirli. Timbri il cartellino, fai pause a intervalli regolari e lavori in team. Ma sei il capo di te stesso e sei finalmente libero.” In questa performance il pubblico legge un testo ad alta voce. “Insieme siete i dipendenti di una grande azienda in una grande città. Ma all’improvviso succede qualcosa che non è nel copione.” Il testo contiene delle istruzioni e l’autore si rivolgerà ad alcuni volontari. “Rimani sullo sfondo o ti presenti di fronte ai tuoi colleghi? Niente panico, entrambe le opzioni sono valide.”
Work.txt è una divertente riflessione sull’assurdità della nostra cultura del lavoro.
Spettacolo in lingua originale con sopratitoli
📅 19 e 20 febbraio 2026 - Danza
Thomas Hauert (Svizzera)
TROGLODYTE_ZAUNGAST/ZAUNKÖNIG
Il punto di partenza di Troglodyte è un complesso enigma psicologico, espresso nel titolo provvisorio e nel sottotitolo dell’assolo “Zaungast/Zaunkönig”, incentrato sulla posizione dell'outsider, colui che non fa parte del gruppo ma osserva dall’esterno. “Zaungast” è una parola tedesca che descrive qualcuno che partecipa ad un evento a cui non è stato invitato e rimane dietro la recinzione (letteralmente: “ospite della recinzione”). “Zaunkönig” è anche il nome tedesco dello scricciolo, un piccolo uccello canterino, minuscolo ma regale allo stesso tempo, immaginato sulla recinzione.
Il lavoro del coreografo si basa essenzialmente sulle possibilità di movimento del corpo. Thomas Hauert mira ad aprire e sconvolgere il vocabolario e i metodi compositivi per proporre un linguaggio.
📅 25 febbraio 2026 - Dimostrazione di lavoro
Emio Greco | Pieter C. Scholten (Italia/Paesi Bassi)
WE, THE SHAMELESS: LA NUDA VERITÀ DELL’INTUIZIONE
In collaborazione con il Balletto di Roma
Evento organizzato con il prof. Vito Di Bernardi
Il coreografo Emio Greco e il regista Pieter C. Sholten, in collaborazione con il Balletto di Roma, conducono un programma che ruota attorno alla forza del corpo e dell’intuizione come fonti di creatività ed espressione. Attraverso workshop, una lecture-performance e una sessione finale di condivisione e spettacolo, vengono esplorati i principi fondamentali del metodo Double Skin/Double Mind: respirazione, salto, espansione e riduzione. Questo approccio aiuta i partecipanti ad approfondire la consapevolezza del proprio corpo e a creare una forte connessione tra fisicità e intenzione.
We, the Shameless è il fulcro artistico del programma e indaga la tensione tra collettività e individualità. Combina linguaggi di movimento unici e offre una narrazione in cui la curiosità senza vergogna e la trasformazione sono centrali.
📅 12 marzo 2026 - Danza
Samaa Wakim (Palestina)
LOSING IT
“Lo senti ancora il rumore delle bombe? Io ancora lo sento.”
Crescere in una zona di guerra significa vivere e respirare politica. La coreografa e performer palestinese Samaa Wakim nel nuovo solo – Losing It – esplora come il trauma subito dalle generazioni precedenti si manifesti nel proprio corpo e come quelle esperienze traumatiche possano modificare la percezione e la formazione della propria identità.
Il lavoro attraversa le diverse vite immaginarie in cui ci si rifugia, quando la paura prevale e il mondo in cui vivi si disintegra, il terreno su cui poggi i piedi diventa instabile, i suoni si distorcono e la vista si appanna.
Lo spettacolo è stato creato insieme alla musica e ai suoni registrati in Palestina fin dal 2010. La colonna sonora è suonata dal vivo dalla compositrice Samar Haddad King.
📅 17 marzo 2026 - Teatro di figura
Compagnia Hékau (Francia/Algeria)
MIN EL DJAZAÏR
Algeri, inizio degli anni Cinquanta: Babeth e Simone sono due sorelle di una famiglia di mercanti di tessuti da cinque generazioni. Le loro giornate scorrono tranquille, ma quando iniziano ad affrontare le responsabilità dell’età adulta, il mondo attorno a loro è destinato a cambiare per sempre. Ebree per nascita ma di nazionalità francese e algerine per tradizione e cultura, fanno parte di una comunità originaria destinata a frantumarsi e scomparire per colpa della guerra che si abbatterà su di loro.
Per costruire Min el Djazaïr – che significa “Dopo l’Algeria” – Nicole Ayach, responsabile della compagnia Hékau, si è associata a Sarah Melloul, autrice, drammaturga e specializzata nella storia del Nord Africa. Le autrici si sono ispirate a testi d’archivio e ai ricordi dei loro nonni per raccontare un episodio spesso dimenticato della storia collettiva: la partenza forzata degli ebrei algerini. I documenti storici raccolti ci permettono di navigare tra passato e presente tra proiezioni, canzoni d’epoca, ombre e figure. Immagini fragili supportate dalla potenza emotiva dei brani musicali arabi ed ebraici eseguite in diretta. Un racconto d’esilio che ci tocca tutti.
Spettacolo in lingua originale con sopratitoli
📅 24 marzo 2026 - Teatro di narrazione
Marco Baliani (Italia)
KOHLHAAS
Di Marco Baliani e Remo Rostagno
Tratto dall’opera Michael Kohlhaas di Heinrich von Kleist
Attore narrante Marco Balzani
Regia Maria Maglietta
La storia di Kohlhaas è un fatto di cronaca realmente accaduto nella Germania del 1500, scritto da Heinrich von Kleist in pagine memorabili. “Nel racconto mio orale – scrive Marco Baliani - è come se avessi aggiunto allo scheletro osseo riconoscibile della struttura del racconto di Kleist, nervi muscoli e pelle che provengono non più dall’autore originario ma dalla mia esperienza, teatrale e narrativa, dal mio mondo di visioni e di poetica. Così, ad esempio, tutta la metafora sul cerchio del cuore paragonato al cerchio del recinto dei cavalli, che torna più volte nella narrazione, come luogo simbolico di un senso della giustizia umanissimo e concreto, è una mia invenzione, nel senso etimologico del termine, qualcosa che ho trovato a forza di cercare una mia adesione al racconto di Kleist.”
📅 27 marzo 2026 - Danza
*Melk Prod. / Marco Berrettini (Svizzera)
JIDDU
Coreografia di Marco Berrettini
Interpreti Sébastien Chatellier, Kevin Fay, Tristan Ihne, Manuella Renard, Emma Terno
Jiddu racconta la storia di una compagnia di danza popolare bavarese. Incapace di ottenere successo, decide di rubare danze da altri paesi e culture. Questo cambiamento “etico” dà origine ad un’enorme disputa tra i ballerini. “I nostri bavaresi si divideranno o è possibile una riconciliazione? E a quale prezzo la danza potrebbe riprendere?”
📅 31 marzo 2026 - Nuovi formati / Teatro partecipativo
Carolina Rieckhof / Moyra Silva (Perù)
UPROAR
In collaborazione con IILA
Rieckhof / Silva: una collaborazione tra due artiste peruviane, Carolina Rieckhof (costumista e scenografa) e Moyra Silva (regista e filosofa del movimento). Le artiste si sono incontrate a Londra nel 2023, accomunate dalla stessa frustrazione riguardo alle ingiustizie perpetrate dal regime dittatoriale che ha insanguinato le proteste sociali peruviane. La loro collaborazione si è poi trasformata in un processo di creazione e di crescita di consapevolezza, in grado di espandere la loro pratica artistica e di portarle ad esplorare le conoscenze ancestrali delle popolazioni locali.
Uproar è il risultato di un processo collaborativo in progress, un’esplorazione del movimento e del suono ispirato dai saperi ancestrali peruviani.
Spettacolo in lingua originale con sopratitoli
📅 12 aprile 2026 - Teatro autobiografico tra verità e finzione
Anacarsis Ramos (Messico)
MI MADRE Y EL DINERO
In collaborazione con IILA
Nel corso di sei decenni Josefina Orlaineta, madre di Anacarsis Ramos, ha esercitato nello Stato di Campeche, una delle più povere regioni messicane, più di 40 mestieri diversi.
Utilizzando tecniche teatrali e documentaristiche assistiamo allo svolgersi delle giornate di Josefina nel tentativo di sopravvivere. Lo spettacolo riflette sulla crisi economica come stato permanente, sul lavoro che occupa ogni spazio di vita personale e familiare, sulla precarietà, e sulla mancanza di tutele dei lavoratori indipendenti nei diversi ambiti compresi quelli artistici e culturali. Lo spettacolo evidenzia l’importanza del teatro come spazio di narrazione individuale e collettiva mentre, insieme a Josefina, per noi in scena con suo figlio, scorriamo 60 anni di storia economica dello Stato di Campeche.
Spettacolo in lingua originale con sopratitoli
📅 7 maggio 2026 - Teatro classico indiano
Kapila Venu (India) - prima italiana
PARVATI VIRAHAM
Spettacolo di Nāṅgīār Kūthu
Produzione del Natana Kairali di Irinjalakuda, Thrissur (Kerala, India del Sud)
Con l’attrice-danzatrice Kapila Venu e i musicisti Kalamandalam Rajeev, Kalamandalam Hariharan, Kalanilayam Unnikrishnan
Evento organizzato con il prof. Vito Di Bernardi e la prof.ssa Carmela Mastrangelo
In Parvati Viraham (“La separazione di Parvati da Śiva”), Kapila Venu inserisce la sua visione poetica femminista dentro il Nāṅgīār Kūthu, la forma femminile del Kutiyattam – dal 2001 riconosciuto dall’UNESCO come Capolavoro del patrimonio orale e immateriale dell’umanità – spingendo uno dei pezzi teatrali più famosi del repertorio classico verso sottili e radicali cambiamenti che sono in sintonia con la sensibilità indiana contemporanea. Kapila Venu è stata allieva del leggendario maestro di Kutiyattam Guru Ammannur Madhava ed è considerata oggi una delle più importanti attrici-danzatrici dell’India. È anche una protagonista della scena internazionale della danza contemporanea per la partecipazione agli spettacoli di Min Tanaka e Akram Khan.
📅 13 maggio 2026 - Teatro e carcere
Compagnia della Fortezza
IL FIGLIO DELLA TEMPESTA
Musiche, parole e immagini dalla Fortezza
Concerto spettacolo per i trent’anni della Compagnia della Fortezza
Di e con Armando Punzo e Andrea Salvadori
Regia di Armando Punzo
Musiche originali di Andrea Salvadori
Produzione di Studio Funambulo|Carte Blanche/Compagnia della Fortezza, con il sostegno di Idealcoop Cooperativa Sociale e Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra
Evento organizzato con la prof.ssa Marta Marchetti e la prof.ssa Arianna Punzi
Figlio della Tempesta è un concerto-spettacolo che rielabora l’universo sonoro e iconografico della Compagnia della Fortezza, portando in scena l’indissolubile rapporto tra parole e suono prodotto dalla lunga collaborazione fra Armando Punzo e Andrea Salvadori, drammaturgo musicale della Compagnia. Lo straordinario progetto musicale-performativo, nato nel 2018 in occasione dei trent’anni della Compagnia della Fortezza, ritorna in una nuova edizione arricchita dalle immagini e dalle musiche degli ultimi spettacoli di Punzo e dei detenuti-attori del Carcere di Volterra. Lo spettacolo è presentato nel quadro delle attività di terza missione della Sapienza per il Carcere (progetti Leggere vale la pena e Contrasto alle Discriminazioni, Carcere ed Eguaglianza).
📅 17 maggio 2026 - Teatro documentario
Mudar Alhaggi (Siria)
L'OMBRA LUNGA DI ALOIS BRUNNER
Alois Brunner, uno dei criminali nazisti più ricercati di sempre, implicato nella deportazione di oltre 100 mila persone nei ghetti e nei campi di concentramento, ha eluso numerosi tentativi di arresto fuggendo a Damasco, dove ha contribuito alla creazione dei servizi segreti siriani. Il drammaturgo siriano Mudar Alhaggi, arrivato nella Berlino del XXI secolo come rifugiato, scopre la storia di Brunner e inizia a fare ricerche ossessive prima di scomparire… Uno spettacolo avvincente, nel quale due attori fondono i frammenti della ricerca di Alhaggi con la loro esperienza personale. La storia siriana e quella europea si intrecciano, in un’indagine mozzafiato sull’esilio, la responsabilità, la memoria politica e il complesso filo che lega il passato al presente. Il lavoro, che usa in larga parte elementi della storia biografica dell’autore, utilizza la finzione teatrale per trasmettere agli spettatori la percezione di perdita dei protagonisti, della vita in uno spazio ridotto e costrittivo, un limbo, dove ciascuno cerca di ricostruire la propria esistenza mantenendo la dignità.
Spettacolo in lingua originale con sopratitoli
Fuori programma - Spettacoli e attività didattiche aperte al pubblico
3 ottobre 2025 - Anteprima di Theatron - Teatro antico alla Sapienza
EDIPO A COLONO
Coordinamento di Anna Maria Belardinelli
Ideazione e Regia di Adriano Evangelisti
Aiuto regia di Luigi Di Raimo
Musiche di Patrizio Maria D’Artista
Assistente alla regia Francesca Pimpinelli
Direzione tecnica di Gabriele Cavallari
Costumi di Cicci Mura Luigina Ponzo
Foto di scena di Danilo Serreli Service di STEA Soc. Coop.
Elementi di scena realizzati in collaborazione con gli studenti della sezione di scenografia del Liceo Artistico Caravaggio di Roma per attività di PCTO coordinati dal Prof. Francesco Mattei
5 dicembre 2025
SOLO UN TOCCO DI COLORE
Evento organizzato dalla prof.ssa Sonia Bellavia
Basato sull’epistolario Bertolt Brecht-Helene Weigel a cura di Erdmut Wizisla (Imparo: lavare piatti + tazze. Epistolario 1S23-1S5c, traduzione italiana di Daniela Padularosa)
Da un’idea di Sonia Bellavia
Regia di Francesco Bianchi
Acting Coach Francesca Gatto
Interpreti Valerio Barillà, Rebecca Clausi, Pablo Luis Rodriguez, Giulia Troise, Luca Venditti (e cast in via di definizione)
Al piano Andrea Di Iorio
Assistenti alla regia Liliana Cerverizzo, Filippo Colaruotolo, Francesca Galera, Sara Innamorati e Emily Mikos (studenti della Facoltà di Lettere e Filosofia)
Scene, video e comunicazione Ekin Yay, Manoosh Oroomi, Irene Moretti (studentesse della Facoltà di Architettura)
22 e 23 maggio 2026
LE APOCALISSI DI ZEICHEN
APOCALISSE NELL’ARTE
Di Valentino Zeichen
Evento organizzato dal prof. Gaetano Lettieri Ideazione e progetto di Marta Zeichen e Gaetano Lettieri Adattamento e regia di Anna Rita Chierici
Scene di Anna Rita Chierici Costumi di Adriana Ruvolo
Personaggi e interpreti: Maurizio Palladino e Anna Rita Chierici Voce registrata di Giuseppe Argirò
MATRIGNA
Di Valentino Zeichen
Evento organizzato dal prof. Gaetano Lettieri Ideazione e progetto di Marta Zeichen e Gaetano Lettieri Adattamento e regia di Simone Carella
Con Iaia Forte
Info e prenotazioni
Mail: segreteria.nuovoteatroateneo@uniroma1.it
Telefono: +390649914115
Sapienza CREA - Nuovo Teatro Ateneo
Centro di servizi per le attività ricreative, culturali, artistiche, sociali e dello spettacolo
Sapienza Università di Roma
Piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma
Edificio CU017
Orario spettacoli: 20.30
Sito: https://sapienzacrea.web.uniroma1.it/
Instagram: @sapienzacrea
Ufficio Stampa Stagione Nuovo Teatro Ateneo
Maya Amenduni
+39 3928157943
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