IL GUARITORE
di Michele Santeramo
testo vincitore della 51a edizione del
Premio Riccione per il Teatro
regia Leo Muscato
con (in o.a.) Vittorio Continelli, Simonetta Damato, Gianluca delle Fontane,
Paola Fresa, Michele Sinisi
scene e costumi Federica Parolini
direzione tecnica Alessandro Grasso
foto di scena Matteo Leonetti
segreteria Lidia Bucci
produzione e organizzazione
Luca Marengo per Teatro Minimo
Angela Colucci e Eleonora Fiori per Fondazione Pontedera Teatro
produzione Teatro Minimo e Fondazione Pontedera Teatro
coproduzione Riccione Teatro, Festival Internazionale Castel dei
Mondi di Andria
in collaborazione con Bollenti Spiriti – Regione Puglia
Assessorato alle Politiche Giovanili e alla Cittadinanza Sociale
Assessorato alla Cultura del Comune di Bitonto
27 marzo > Arcidosso (GR),
Teatro degli Unanimi
28 marzo > Pomarance (PI),
Teatro dei Coraggiosi
29 marzo > Pontedera
(PI), Teatro Era
1 e 2 aprile > Padova,
Teatro Verdi
Dopo il successo al Teatro Valle Occupato di Roma, prosegue il fortunato tour de “Il Guaritore” testo
di Michele Santeramo, vincitore
della 51° edizione del Premio Riccione per il Teatro.
Diretto da Leo Muscato, interpretato
da Vittorio Continelli, Simonetta Damato, Gianluca delle Fontane, Paola Fresa, Michele Sinisi e prodotto
da Teatro Minimo e Fondazione Pontedera Teatro,
che da vari anni sostiene i progetti della Compagnia, lo spettacolo
sarà presentato in tre città toscane: Teatro dei Coraggiosi di Pomarance, Pisa (27 marzo), Teatro degli Unanimi di Arcidosso, Grosseto (28 marzo), Teatro Era di Pontedera (29 marzo). Ultima data
al Teatro Verdi di Padova (1 e 2 aprile).
“Il Guaritore”, mette in relazione le storie delle
persone, per farle guarire. Ha un fratello che mal sopporta. Gli arrivano
in casa due donne con problemi opposti, e un ex pugile. Questa guarigione
non è cosa facile, serve leggerezza, disimpegno, distacco e grappa.
É un personaggio che prova a mettersi tra il malessere e la soluzione
dei problemi. Ha il colletto della camicia sporco, non ci vede quasi
più ma riesce a guarire le persone. Non è un mago nè un medico. Vive
sulla linea d'ombra tra realtà e fantasia, come ogni personaggio della
scena.
“Cosa doveva guarire, questo mio Guaritore? Deve
guarire le storie – scrive l’autore – per dirla meglio, deve
guarire delle persone, partendo dal presupposto che per guarire una
storia bisogna metterla in relazione con un’altra. La relazione, l’idea
di mettere al centro una generosità a cui trovo sempre meno disposta
la gente, come se condividere qualcosa sia diventato perderne il senso”.
Il Guaritore fa proprio questo: “mette le storie in relazione, per
fare in modo che guariscano prendendosi addosso interamente il peso
di ogni sua responsabilità, tutto sommato vuole essere la testimonianza
di come non si esce dal silenzio gridando da soli”.
La Giuria del Premio Riccione, composta
da Alessandro Gassman, Umberto Orsini, Fabrizio Gifuni, Elio De Capitani,
Fausto Paravidino e Isabella Ragonese, ha scritto: ‘Il testo di Michele Santeramo
è un testo vivo. È un testo teatrale, che non rinuncia mai all’efficacia
scenica di quello che rappresenta. Lo spettatore è condannato a chiedersi
se è di fronte ad una narrazione naif o elaborata, se è l’autore
o se sono i personaggi o gli attori a condurre il gioco, un gioco teatrale,
un gioco antico, fatto di sketch, di porte che si aprono e che si chiudono,
di battibecchi bassi e di monologhi alti, e un gioco popolare e contemporaneo,
che ci attira offrendoci la riconoscibilità delle situazioni teatrali
e ci piomba in un mondo che è il nostro, un mondo senza certezze, un
mondo liquido, dove per orizzontarsi non servono più le idee, né quelle
vecchie né quelle nuove, ma dove gli esseri umani – con tutti i loro
difetti – non smettono mai di aggrapparsi alla speranza che sia il
confronto con un altro essere umano a salvarli.’
Date tour
27 marzo > Arcidosso (GR), Teatro degli Unanimi
28 marzo > Pomarance (PI), Teatro dei Coraggiosi
29 marzo > Pontedera (PI), Teatro Era
1 e 2 aprile > Padova, Teatro Verdi
Video promo: http://www.youtube.com/watch?
Tommaso Chimenti, Il Fatto Quotidiano,
marzo 2014 – Non si tratta di essere imbonitori, ciarlatani,
approfittatori della scaramanzia, dell’ignoranza e della disperazione
dei malati. Il Guaritore di Michele
Santeramo (Teatro Minimo di Andria, prod. Pontedera), ancora una volta
con un dirompente Michele Sinisi, testo Premio Riccione, di un’ironia
dolente e matura, sonnecchia tra realismo spinto e metafora eterea. […] La colonna sonora è un Elvis continuo; il guaritore-sarto,
“per cucire le storie della vita”, si è autodistrutto esorcizzando
i mali altrui, ha preso la sofferenza, cristologicamente, e se lo è
caricato sulle spalle e la flebo con il fiele che gocciola nelle sue
vene sta lì a ricordarlo: “Qui tutti vogliono guarire e io sprofondo
sempre più”. Nella girandola della vita, tra l’eutanasia (Eluana
e Welby), e l’aborto (la Spagna restauratrice), un ritratto-affresco
di una generazione svuotata, piena di finte risate da aperitivo: “Abbiamo
rimandato la felicità perché la ritenevamo irraggiungibile”. Aspettando
il Messia per il perdono, la salvezza.
Rossella Battisti, l’Unità, gennaio
2014 – C’è un anelito in più nel Guaritore di Michele Santeramo:
un desiderio interno che si avverte andare oltre la semplice pièce.
Esplorando la possibilità di una rigenerazione, di curare quelle ferite
invisibili e collettive che sentiamo dentro, sempre più pungenti. Santeramo
dice di essere partito dalla storia di un contadino guaritore delle
sue parti per approdare allo strano personaggio protagonista del suo
testo, un’ anziano stanco e stralunato che rimette insieme i cocci
esistenziali delle persone grazie a un diverso ordine di quel loro disastrato
collage. Ma nello spettacolo, grazie anche e soprattutto all’interpretazione
ironica e struggente insieme di Michele Sinisi, si respira quel meta-pensiero
di cui parlavamo. […] Prove sceniche di riconciliazione col mondo, si potrebbe
definirle, per certe opere che toccano nel profondo, facendo conquistare
al Guaritore il Premio Riccione
per il Teatro 2011. Santeramo qui fa un passo alato nella sua scrittura.
Il testo risuona di echi tridimensionali, non una trina di storie piuttosto
una trama sommersa di emozioni, amarezze, desideri che vi si mescolano.
Susanna Battisti, foglidarte.it,
gennaio 2014 - Più che a un medico o a un negromante, il protagonista
de Il Guaritore di Michele Santeramo
fa pensare a un demiurgo del teatro stralunato che cura il male di vivere
dei suoi pazienti attraverso scambi di ruolo e incroci di trame che
incastrano dolori opposti. Interpretato da uno straordinario Michele
Sinisi, il mago della scena è un vecchio cieco e artritico che non
ha neppure la forza di stare in piedi, ma che tuttavia sa mettere in
scena la guarigione degli altri. […] Il testo (vincitore del Premio Riccione 2011), è
forse il più profondo e maturo dell'autore pugliese. Come nelle precedenti
commedie, la struttura consiste in una sequenza di brevi scene scandita
dall'andirivieni dei personaggi che dialogano in coppia o in piccoli
gruppi, oppure si lanciano in soliloqui rivelatori. […] La regia di Leo Muscato asseconda con precisione
i tempi e i sottintesi del testo lasciandone emergere i plurimi risvolti
drammatici. […] Il Guaritore è l'unico personaggio a tutto tondo,
mentre sono figure volutamente piatte e senza nome. Potrebbero essere
ognuno di noi, perché il loro è un male sociale che ci riguarda tutti.
In questo senso Il Guaritore è un atto
di fede nel teatro, uno dei pochi luoghi di condivisione dove gli attori
porgono uno specchio di fronte al pubblico.
Andrea Pocosgnich, TeatroeCritica,
gennaio 2014 - Ti scava dentro, ti si aggroviglia nello stomaco
annaspando nel vuoto, creando, intorno a sé, il vuoto. Il Guaritore di Michele
Santeramo è sintesi amara e poetica di qualcosa che ci portiamo dentro,
con cui conviviamo ogni giorno, dello stare al mondo inutile, caparbio,
avvilito nella solitudine quotidiana. Abbiamo il coraggio di chiamarla
infelicità? E allora ci aggrappiamo a qualche flebile speranza. Michele
Sinisi, interprete sempre più straordinario per capacità di porgere
con grazia i sentimenti che costituiscono la fibra della parola, lo
dice da subito nei panni del vecchio guaritore: le storie non si incontrano
più, non si incastrano, è per questo che siamo malati. […] Leo Muscato, alla regia, si trova di fronte a un
materiale poetico instabile e prezioso, forse il testo più profondo
dell’autore pugliese, che qui abbandona la durezza del quotidiano
per congelare invece i momenti di transito, di silenzio. […]
Graziano Graziani, grazianograziani.wordpress.com , gennaio 2014 - […] E quello del guaritore è, di fatto, un vero e proprio
teatro – così come il testo di Santeramo è un omaggio all’arte
della scena. […] Il guaritore è un personaggio vero e proprio, non
solo con una funzione ma con un proprio carisma letterari, come ormai
se ne vedono pochissimi nella scrittura drammaturgica odierna. Lo spettacolo
scorre veloce e forse si vorrebbe stare nella stanza del guaritore un
po’ di più. E la carica della piéce, va sottolineato, è principalmente
nella bravura di Michele Sinisi, che pure interpreta il personaggio
più fermo, quasi paralizzato, attorno a cui schizzano tutti gli altri.
L’attore pugliese è qui in splendida forma e veste i panni di una
vecchiaia ringhiante e beffarda, ma anche stanca e a volte bonaria,
davvero con grande maestria.gile uomo possa contenere in sé la rivelazione, i personaggi
di Santeramo diventano entità rumorose e goffe, incapaci di osservare
ciò che è «altro da sé», inadatti a ricomporre le proprie esistenze.
Il Guaritore è un complesso drammaturgico acuminato e sinuoso
Il Guaritore è un complesso drammaturgico acuminato e sinuoso
Caterina Matera, Dramma.it, gennaio 2014 - […] Nell’illusoria convinzione che
un frail cui fulcro è il bravissimo Michele Sinisi. “Dai la voce”, dice il guaritore.
Lʹesternalizzazione, la relazione,
l’ascolto, la condivisione, si rivelano come uniche soluzioni. Cos’è
questo se non il gioco del teatro? Il Guaritore “mette in scena”
un moto di memoria esperienziale collettivo, varca le soglie fisiche
del Teatro e s’insinua nelle coscienze.
Isabella Polimanti, SaltinAria, gennaio 2014 - […] La forza e il vigore dello spettacolo sono certamente
racchiusi nel talento e nelle ottime capacità interpretative
dell'intero cast di attori. Tutti bravissimi. Paola Fresa restituisce con grande talento la drammaticità chiusa del suo personaggio,
allentando lentamente la compressione della sua diffidenza. Simonetta Damato risulta assolutamente credibile nell’interpretazione di un personaggio
dal carattere rabbioso e ostile. Bravissimo, esilarante, divertente Vittorio Continelli nell’ interpretazione del pugile, in cui fa emergere quel carattere
stravagante che lo contraddistingue, non senza sprazzi di lucida saggezza. Gianluca delle Fontane delinea abilmente il carattere vivace e folcloristico del fratello
del Guaritore. Infine la straordinaria interpretazione
di Michele Sinisi che dà vita, in modo davvero magistrale, ad un personaggio
ai limiti tra la bizzarria e la saggezza.
Laura Novelli, Paneacqua Culture, gennaio 2014 - […] Il testo del quarantenne pugliese – fondatore,
insieme con lo stesso Sinisi, della compagnia Teatro Minimo di Terlizzi
e autore di precedenti titoli quali, tra gli altri, “La rivincita”,
“Le scarpe”, “Sequestro all’italiana” – mira a confondere
le acque, i registri, gli stili. Il bozzetto farsesco dell’incipit,
con quel botta e risposta “rissoso” che tanto evoca scenari da commedia
dell’arte e passaggi dell’Eduardo più leggero, cede il passo poi
a un andamento quasi beckettiano. O meglio, ad una grottesca galleria
di personaggi che ricordano vagamente Copi, Ionesco, con però un afflato
melodrammatico tutto italiano. Eccole le due donne disperate (le brave
Paola Fresa e Simonetta Damato) che il guaritore è chiamato a curare:
una moglie vibrante di nervosa impazienza e una single ribellatasi al
suo stesso destino […].
Lorenzo Marziali,
online-news.it, gennaio 2014 - […] E’ un testo maturo, Il Guaritore, che non
perde mai di vista l’efficacia scenica mentre si spiega e si rivela
nella sua profondità, nascosta appena dietro un delicato velo naïf.
L’interpretazione degli attori diverte e al contempo fa riflettere
lo spettatore, che non può che chiedersi continuamente dove e quando
debba finire il viaggio introspettivo che le battute del guaritore lo
obbligano ad intraprendere. A questa poetica si allinea anche la regia
di Muscato, lineare e cullata da una tempistica vicina alla perfezione,
così da non annoiare ma lasciare anche il tempo di digerire quel che
si vede e si sente. Il tipo di cura proposto da Santeramo porta a una
guarigione, per così dire, sociale ancor prima che psicologica […].
Serena Giorgi, Il Grido.Org, gennaio 2014 - […] Un testo contorto e insieme fluente quello de Il Guaritore, dove la regia asciutta di
Leo Muscato fa da guida agli attori capaci di armonizzarsi con i ruoli,
non sempre immediati. Michele Sinisi, straordinario nell’interpretazione,
rafforza le caratteristiche del suo personaggio con un accento pugliese,
mentre Paola Fresa nei panni della sposa, fa un monologo profondo sulla
sua condizione, riuscendo ad essere goffa e drammatica allo stesso modo.
Così come Vittorio Continelli che interpreta il pugile, è ripetitivo
e sciolto insieme […].
Andrea Porcheddu, linkiesta.it, novembre
2013 - […] questo breve minimo affresco è di angosciante attualità:
si avverte quel bisogno di cure, di guarigione, di chi – e siamo tanti
– cerca ancora confusamente il senso del proprio stare al mondo; il
valore della propria identità, mortificata dalla povertà e dalla mancanza
di prospettive; la voglia di fare i conti con il proprio vissuto che
non dà però alcuna serenità…c’è tutto, qui: sussurrato, suggerito,
evocato. Con l’allusione e l’illusione che un guaritore potrebbe
salvare la vita.
Renato Palazzi, Il Sole 24 Ore, 29
settembre 2013 - […] E’ una bella commedia, questa di Santeramo. E’
l’opera di un talento ormai maturo, che scrive benissimo senza perdere
di vista le dinamiche della scena. Come autore, lui è cresciuto all’interno
della compagnia per la quale ha composto la maggioranza dei suoi testi,
quel Teatro Minimo che ha fondato una dozzina d’anni fa con l’altro
Michele, il bravissimo Sinisi […]. Ma lo spettacolo vive soprattutto dell’eccellente
interpretazione collettiva: accanto a Sinisi, che tratteggia splendidamente
quel vecchio profeta d’accatto attaccato a una flebo, ci sono Gianluca
delle Fontane nei pittoreschi panni del figlio-assistente che vorrebbe
prenderne il posto, Vittorio Continelli in quelli del pugile, l’ottima
Paola Fresa e Simonetta Damato.
Nicola Viesti, Hystrio, ottobre/dicembre
2013 - […] il lavoro di Santeramo coniuga reale e astrazione
catturando lo spettatore con sottile inquietudine. E, soprattutto, riesce
a disegnare una figura di protagonista degna di memoria a cui presta
vita in maniera esemplare Michele Sinisi, un attore, di solito efficace
e bravo, qui in particolare stato di grazia. Concorre all’ottimo risultato
la regia di Muscato concentrata sui ritmi e sulle sospensioni risultando
compatta, giustamente incardinata al protagonista che ne regola
quasi il respiro.
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