martedì 4 marzo 2014

Torna in scena ANGELO E BEATRICE al Teatro Belli dal 12 al 16 marzo

ANGELO E BEATRICE

DI FRANCESCO APOLLONI

Dal 12 al 16 marzo

TEATRO BELLI DI ROMA

Piazza di Sant'Apollonia, 11

con

Veronica Milaneschi e Michele Botrugno

Regia di

Massimiliano Caprara

Una produzione Sidecar - Sale multimediali d'arti performative in collaborazione con Perrone Spettacoli

Orari: dal mercoledì al sabato alle ore 21,00 - domenica alle ore 17,30

Angelo e Beatrice sono due terroristi nella Roma degli anni settanta. Sono accomunati da quell’energia “primitiva” che spinge un ragazzo a “saltare il fosso”, impugnare una pistola, e la loro connotazione politica non è la cosa importante: possono appartenere all’eversione di Sinistra o di Destra. Una ricostruzione non più solo dell'Italia passata (passata attraverso lo stragismo, il terrorismo ...) ma anche di quanto potrebbe tornare in un futuro misterioso.

La tragedia contemporanea della disoccupazione come prodotto di una società selvaggiamente globalizzata, vittima di un sistema produttivo e di un mercato finanziario completamente asservito agli interessi delle Multinazionali, stava nascendo proprio in quei famosi anni di piombo, nei quali iniziava lo smantellamento della democrazia e degli ideali politici.

Quegli stessi ideali, o meglio ideologie, a cui i nostri protagonisti si aggrappano tenacemente, tormentati da domande che non si fermeranno allo loro generazione.

Attraverso una scrittura informata che ricostruisce un periodo così topico della nostra storia con assoluta attendibilità, si snoda uno spettacolo dinamico grazie ad una recitazione aggressiva ed empatica e a fonti audiovisive originali di particolare importanza che scandiscono il tempo e i tempi dell’azione: Sergio Endrigo mentre canta “La festa appena cominciata”, “Rumore” di Raffaella Carrà, le note di Carosello, le immagini in bianco e nero di Valle Giulia, Piazza Fontana, Piazza della Loggia, il tentato golpe Borghese, la morte di Mara Cagol

Mentre la ricchezza è tornata ad accentrarsi nelle mani di pochi, costringendo molti a lottare quotidianamente per non perdere la speranza di costruirsi un futuro o semplicemente sopravvivere, vediamo i superstiti delle lotte armate di trenta anni fa che parlano amabilmente di stragi e misteri italiani, quasi che alla nostra generazione, ad un passo dalla nuova catastrofe, basti un talk show come risposta ad una bugia lunga trent’anni.

Allora per quale motivo raccontare di due terroristi e non di due vittime?

Perché il teatro, purtroppo, anche se di denuncia, non potrà mai scoprire la verità sulla strage di Bologna, Portella delle Ginestre, Ustica, Piazza Fontana, Brescia ecc. ecc. ecc.

Visto che tutti ormai sappiamo che Moro e la sua scorta non furono uccisi solo dalle Brigate Rosse ma anche dallo Stato, se esiste una coscienza collettiva che caratterizza una società ed un momento storico, allora ne facciamo parte tutti, anche se continuiamo a relegare minacce terroristiche di lotta armata per la liberazione nell’ambito del banale folklore, come quella siglata ‘Noa’ (Nuclei armati operativi) che in un documento recapitato all’Ansa, pronuncia la sentenza di condanna a morte per il capo della Digos, Giuseppe Petronzi, il senatore del Pd, Stefano Esposito, Maurizio Bufalini, direttore dei lavori per Ltf e Massimo Matteucci della cooperativa che lavora al cantiere di Chiomonte, alimentata da presunti non violenti che allestiscono dai loro salotti uno scenario purtroppo già visto.

Forse oggi è necessario rimarcare che una cosiddetta Società Civile non può permettersi di mettere sullo stesso piano le vittime, di ieri o di oggi, con i terroristi e gli assassini, non può misurare la deriva di quella generazione ed il futuro che attende le nuove solo attraverso le esperienze estreme di Giusva Fioravanti e Francesca Mambro o di Adriana Faranda e Valerio Morucci, i primi capi storici dei NAR, i secondi membri del consiglio direttivo delle BR, che parteciparono alla lotta armata negli anni ’70 e a cui l’autore si è ispirato per creare i personaggi di Angelo e Beatrice.

Quello che il nostro Spettacolo prova a fare è capire cos’è successo e cosa potrebbe accadere prima di esorcizzare il Male con la solita faciloneria ed isolarlo come “altro da noi”.

PERCHÉ VORREMMO AVVERTIRTI, CARA SOCIETÀ CIVILE, CHE È PROPRIO QUANDO DISTRUGGI UNA INTERA GENERAZIONE LASCIANDOLA SCONFITTA, SENZA SPERANZE E SENZA FUTURO E VUOI ESSERE COSÌ CIECA DA NON CAPIRE LE RABBIOSE VENTATE DI RIVOLTA CHE PRELUDONO AL COLLASSO DI UNA REALTÀ SCLEROTIZZATA, CHE INIZIA IL TERRORE.

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