14 – 19 ottobre 2014
VENERE E ADONE_in concerto
uno spettacolo di e con Valter Malosti
suono G.U.P. Alcaro
luci Francesco Dell'Elba
traduzione e ricerca musicale Valter Malosti
musiche, suoni e voci di: Louis Andriessen, Antony, Aphex Twin, Craig Armstrong, Angelo Badalamenti,
Luciano Berio, Cathy Berberian, James Brown, John Blow, Gavin Bryars, G.U.P. Alcaro, John Cage, Death Ambient,
Stuart Dempster, Gyorgy Ligeti, David Lynch, Bruno Maderna, Michael
Nyman, Luigi Nono, Prince, Henry Purcell, Terry Riley, Nino Rota, Alan
Splet, Karlheinz Stockhausen, Thom Willems
produzione TEATRO DI DIONISO Residenza Multidiciplinare di Asti
con il sostegno di Sistema Teatro Torino / Fondazione Teatro Stabile di Torino
Dal 14 ottobre si apre la stagione congiunta DOMINIO PUBBLICO con un testo classico “Shakespeare
/ Venere e Adone in concerto” tratto dall’omonimo poemetto
del 1953 di William Shakespeare, nella lettura di Valter Malosti, che ne firma anche la regia.
Lo spettacolo che sarà in scena a Roma presso il Teatro Argot Studio fino al 19 ottobre,
è la versione disidratata dello spettacolo che ha debuttato
nel dicembre 2007, facendo ottenere a Malosti nel 2009 (insieme a Quattro
Atti Profani di Tarantino) il premio della associazione Nazionale Critici
di Teatro (ANCT) per la regia.
L’alta densità musicale dello spettacolo ci
ha convinto a tentare di proporne una versione senza scena, se non quella,
ricchissima, sonora.
La storia: Londra, 1593. La peste sta devastando la città, i teatri sono chiusi.
Shakespeare trova l’ispirazione, e un patrono, e scrive un piccolo
capolavoro in versi: il poemetto erotico-mitologico Venere e Adone. Sarà, per l’epoca, un
grandissimo successo, con numerose ristampe fino alla metà del secolo
successivo, immancabile nei bordelli, quanto sotto il cuscino delle
grandi signore aristocratiche e degli amatori. Venere e Adone sfugge a qualsiasi definizione:
“comico oppure tragico, leggero oppure profondo, un inno alla Carne
oppure un ammonimento contro la Lussuria: il poemetto è un mixtum in cui tutti i termini di queste
antitesi sono simultaneamente veri. Introducendo nella sua storia un
conflitto erotico che nelle Metamorfosi di Ovidio non era presente,
Shakespeare ha fatto qualcosa di più che produrre un sicuro effetto
comico — anche se questo "di più" passa precisamente e
innanzitutto attraverso la comicità. “
Note di regia: Venere è una dea/macchina, dea ex machina ma anche sex machine, macchina barocca che tritura suoni e sputa parole. Una macchina di baci, una macchina schizofrenica di travestimento, una macchina di morte per l’oggetto del suo amore: Adone. In scena, la dea/macchina, diventa anche Narratore e voce di Adone, divorando tutte le identità narranti. Al di là del gioco degli specchi, del travestimento, dell’amaro umorismo, il poemetto è un vertiginoso punto di partenza per una ricerca sulle variazioni, le declinazioni e le contraddizioni del tema “amore”. Ma Venere e Adone è anche una sorta di operina musicale, dice Carlo Boccadoro che ha “sorvegliato“ musicalmente il lavoro al suo nascere: “il montaggio fonico attinge alle fonti acustiche più disparate, ai suoni della quotidianità sovrapposti a frequenze elettroniche e distorsioni, filtrando il tutto con musica elisabettiana e contemporanea. Musica come camera d’eco dei personaggi, come cartina di tornasole del loro spirito, musica che penetra dentro il testo, talvolta lo accarezza, più spesso entra in conflitto con esso per far schizzare scintille che ustionano ma anche illuminano.
Valter Malosti
Teatro Argot Studio
Via Natale del Grande, 27 (Trastevere)
tel: 06-5898111 | orari: dal martedì al sabato ore 21.00, la domenica 17.30
biglietti: 10 euro (intero) 8 euro (ridotto) + tessera associativa annuale (3 euro)
programma completo su: www.dominiopubblicoteatro.it
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