martedì 8 ottobre 2024

TeatroBasilica: I MEZZALIRA - Panni sporchi fritti in casa” con Agnese Fallongo, Tiziano Caputo, Adriano Evangelisti



 TeatroBasilica

PERSONE


una stagione dedicata al pubblico

Sesta stagione del TeatroBasilica di Roma


15 | 20 ottobre 2024

I MEZZALIRA

Panni sporchi fritti in casa

scritto da Agnese Fallongo

con Agnese Fallongo, Tiziano Caputo

e Adriano Evangelisti

regia Raffaele Latagliata

musiche originali Tiziano Caputo

scenografie Andrea Coppi

costumi Daniele Gelsi

Una produzione Teatro de Gli Incamminati

in collaborazione con Ars Creazione e Spettacolo

Distribuzione PigrecoDelta


Sarà in scena al TeatroBasilica dal 15 al 20 ottobre 2024 “I MEZZALIRA - Panni sporchi fritti in casa”, scritto

da Agnese Fallongo, in scena Agnese Fallongo e Tiziano Caputo con Adriano Evangelisti; regia di Raffaele

Latagliata, musiche originali Tiziano Caputo.

Dopo Letizia va alla guerra - la suora, la sposa e la puttana e ...Fino alle stelle! - scalata in musica lungo lo

stivale, spettacoli con i quali si sono posti all'attenzione della critica e del pubblico negli ultimi anni, Agnese

Fallongo e Tiziano Caputo tornano con un nuovo progetto dal titolo insolito e curioso: I Mezzalira - panni

sporchi fritti in casa, terzo capitolo che conclude la “Trilogia degli Ultimi” iniziata dalla Fallongo con la

scrittura dei primi due.

Accanto a loro Adriano Evangelisti che, dopo averli diretti in Letizia va alla guerra, questa volta li

affiancherà sul palcoscenico dando corpo e voce al protagonista - narratore della storia. La regia è affidata

ancora una volta a Raffaele Latagliata, che già aveva firmato quella di “...Fino alle Stelle!”, ad ulteriore

conferma dell'ormai consolidato sodalizio di questo collettivo artistico.

Il titolo I Mezzalira - panni sporchi fritti in casa nasce da un gioco linguistico che crea una fusione tra il

celebre detto popolare “i panni sporchi si lavano in casa” e il concetto della “frittura” come simbolico

spartiacque del binomio più antico della storia: quello tra servo e padrone, tra chi produce l’olio e chi lo

possiede, tra chi può friggere tutti i giorni e chi non può friggere mai.

Se è vero che la saggezza popolare insegna a mantenere celate le questioni familiari all'interno delle mura

domestiche lontano da occhi indiscreti, è altrettanto vero che quelle mura non sempre bastano a

contenere i segreti, i tabù e i non detti della famiglia Mezzalira, protagonista del racconto, che, proprio

come l’olio delle olive che raccoglie, scivola in una spirale di infausti accadimenti che la indurranno,

inevitabilmente, a scendere a patti col mondo esterno.


Il tutto visto e raccontato da Giovanni Battista Mezzalira detto “Petrusino”, il più piccolo della famiglia che,

una volta adulto, traccerà un vero e proprio arco della sua esistenza, in un caleidoscopio di ricordi che

attraverseranno una vita intera, una vita fatta di luci, ombre e colpi di scena all’interno del medesimo

focolare domestico.

Petrusino sarà costretto a fare i conti con i fantasmi del passato per poter scendere a patti con il presente,

scoprendo di non essere stato il solo a custodire un segreto.

Un racconto tragicomico che, ai toni brillanti della commedia all’italiana, mescola le tinte fosche del giallo e

che invita lo spettatore a guardare attraverso il buco della serratura di una casa “qualsiasi” per rintracciare

il proprio personalissimo passato, e ricostruire così la propria storia, la storia della propria famiglia... non

sempre perfetta.

Una scena astratta ed essenziale ma dal grande rigore estetico, realizzata da Andrea Coppi, fa da ideale

cornice alle vicende di questa storia ambientata in un tempo/non tempo e in un luogo/non luogo, e

restituita attraverso un linguaggio dal sapore dialettale e inconfondibilmente nostrano che non si

cristallizza in un unico dialetto o nei vari dialetti regionali che caratterizzano la nostra penisola, ma tende

piuttosto ad una forma meticcia e di pura fantasia, nella quale il pubblico può riconoscere una sfumatura

del proprio vernacolo, ma mai una vera e propria appartenenza. La stessa linea stilistica della scena la

ritroviamo anche nei costumi, realizzati da Daniele Gelsi.

La narrazione delle vicende, in cui tragedia e commedia si confondono continuamente, procederà

attraverso una girandola vorticosa di ricordi rivissuti dal nostro protagonista, ma restituiti sempre “in

assenza”. Egli presterà la voce al sé stesso bambino, al sé stesso ragazzo e al sé stesso uomo, ma in realtà

sarà sempre assente dalla scena. L’intera vicenda familiare, seppur legata dal fil rouge della narrazione, si

estrinsecherà per lo più in forma dialogica e gli altri personaggi si relazioneranno sempre con lui, ma questi

rimarrà defilato fisicamente dalla scena in modo che il passato, quello cui la memoria del

protagonista/narratore riesce a dare forma, venga incarnato nel presente, disarticolando e riarticolando il

tempo della storia nel tempo del racconto e non necessariamente seguendo una coerenza spazio-

temporale. Il nostro protagonista ricomporrà gli accadimenti a suo piacimento stabilendo da subito un

rapporto diretto con gli ascoltatori.

L'obiettivo è quello di recuperare la potenzialità della grande tradizione orale italiana in cui, per mezzo

della rievocazione, ciascun individuo possa ricostruire e dare forma al suo passato. Ma, in questo caso, il

tempo passato del monologo prefigurerà quello che per il pubblico è ancora a venire.

Il racconto, quindi, renderà il futuro un futuro sul quale non si potrà più agire, nonostante la continua

speranza di poterlo fare. Infine la narrazione alternerà alla parola dei contrappunti sonori, realizzati in

scena dagli attori stessi per restituire le atmosfere e creare suggestioni. Si ricorre, invece, alla musica,

composta appositamente da Tiziano Caputo per lo spettacolo ed eseguita rigorosamente dal vivo, ogni qual

volta le parole, non potendo reggere il peso del sentimento, debbano essere sublimate attraverso il canto.

È un canto dell’anima, un canto di condivisione, un canto ancestrale di ritrovata connessione con la parte

più profonda del nostro essere e con la terra d’appartenenza.


INFORMAZIONI

Il “TeatroBasilica” è diretto dall'attrice Daniela Giovanetti, il regista Alessandro Di Murro. Organizzazione

del collettivo Gruppo della Creta e un team di artisti e tecnici. Supervisione artistica di Antonio Calenda.

Tutte le info sul TeatroBasilica a questo link:

https://www.teatrobasilica.com/chi-siamo

Orari:

Dal martedì al sabato ore 21:00 - domenica 16:30

Prezzi: Biglietto intero € 18,00

Biglietto ridotto € 12,00 (studenti, under 26, operatori)

Biglietto online € 15,00

Carnet 4 spettacoli € 40,00


Dove siamo:

Piazza di Porta San Giovanni 10, Roma

www.teatrobasilica.com

email: info@teatrobasilica.com

telefono: +39 392 9768519

Link utili

Sito https://teatrobasilica.com/

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Instagram https://www.instagram.com/teatrobasilica/

Ufficio stampa TeatroBasilica e Gruppo della Creta

Maya Amenduni

+39 392 8157943

mayaamenduni@gmail.com

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